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Usa, 11enne uccide matrigna incinta per gelosia

Tragedia choc a Wampum, in Pennsylvania: il ragazzino spara nel sonno alla nuca della donna di 26 anni e va tranquillo a scuola. Aveva annunciato: "Prima o poi l’ammazzo". Tutti pensavano a una battuta. Ora rischia l'ergastolo

Usa, 11enne uccide matrigna incinta per gelosia

Washington - Un bambino di undici anni che non poteva sopportare la convivente del padre ha scelto le vie spicce per liberarsi della donna uccidendola con un colpo di pistola alla nuca. Ha poi riposto la pistola in un cassetto della sua cameretta e con tutta calma è andato a prendere l'autobus per andare a scuola.

L'omicidio è avvenuto in una fattoria isolata nelle campagne di Wampum, un paese agricolo della Pennsylvania a 72 chilometri di Pittsburg. La donna, Kenzie Houk di 26 anni, già mamma di due bambine avute in una precedente relazione ed incinta di otto mesi, è morta sul colpo. Il piccolo che portava in grembo è deceduto per mancanza di ossigeno.

L'omicida, Jordan Brown, rischia l'ergastolo. Secondo la legge della Pennsylvania, illustrata dal procuratore distrettuale John Bongivengo, viene infatti considerato «adulto», in caso di omicidio, chiunque abbia più di dieci anni di età.

Il corpo della vittima è stato trovato dalla figlia di quattro anni. La bambina, spaventata perché la mamma non si muoveva nel letto è uscita in strada e ha chiesto aiuto. Un'altra figlia della vittima, sette anni, ha detto alla polizia d'avere sentito un colpo assordante e d'avere poi visto Jordan Brown con una pistola in mano. Non ci sono però testimoni della sparatoria vera e propria.

Il ragazzino, fermato in classe dagli agenti a metà mattinata, ha invece sostenuto d'avere visto mentre andava alla fermata dell'autobus un camion nero parcheggiato davanti alla fattoria. Ha poi indicato l'uomo che dava da mangiare alle bestie come probabile assassino.

Contraddizioni clamorose nel corso dell'interrogatorio hanno però portato gli inquirenti a stabilire che Jordan Brown abbia personalmente sparato alla donna nel sonno, all’alba, perché, «colpevole» d'averle portato via parte dell'affetto di papà.
Il padre del ragazzo Christopher Brown, uscito di casa presto per andare a lavorare in una fabbrica di New Castlenon, non si dà pace. L'uomo aveva comprato a Jordan la pistola 20-Gauge e passava ore nei boschi a fare gare di tiro a segno col figlio. Questo tipo d'arma viene considerata una «pistola per bambini» e non deve essere né denunciata, né registrata.

Il cognato di Kenzie, Jason Kraner, ha rivelato che Jordan era effettivamente geloso della convivente del padre. «Un giorno ha detto a mio figlio che prima o poi l'avrebbe ammazzata ma la rivelazione era stata presa come una bravata per cui non siamo stati informati. Nessuno di noi, anche se sapevamo che non correva buon sangue fra i due, avrebbe mai preso sul serio una simile affermazione».

Il padre della vittima, Jack Houk ha commentato «Cosa può mai aver motivato un bambino di 11 anni a sparare per uccidere? Non c'è altra spiegazione se non il fatto che probabilmente temeva l'arrivo del fratellino, il fatto che sarebbe stato coccolatissimo e avrebbe sicuramente costretto il padre a dividere il suo affetto».

Dolly Burns, 74 anni, nonna della vittima, sostiene che Kenzie era una splendida mamma anche per Jordan. «Lo trattava come se fosse stato suo - ha detto fra le lacrime -. Certo, fino a quatto mesi fa Jordan aveva tutta l'attenzione del padre perché vivevano da soli. La convivenza però rendeva felice Christopher. Nessuno si era reso conto che il ragazzino fosse così dispiaciuto»

L’avvocato difensore Dennis Elisco intende comunque presentare domanda per poter spostare Jordan Brown dal carcere normale al riformatorio e iniziare conseguentemente le pratiche affinché il ragazzino possa essere processato in un tribunale per minorenni.

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