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Usa, Davis giustiziato con un'iniezione letale Respinto l'ultimo ricorso

Troy Davis è stato giustiziato. Afro-americano, 42 anni, a salvarlo non sono bastati gli appelli della comunità internazionale e persino di molti convinti sostenitori dell pena capitale

Usa, Davis giustiziato 
con un'iniezione letale 
Respinto l'ultimo ricorso

Jackson (Georgia) - Il boia è tornato in azione negli Stati Uniti. A nulla sono valsi i tentativi di salvare, in extremis, il 42enne Troy Davis. Un afroamericano condannato alla pena capitale per aver ucciso un poliziotto 22 anni fa. Lui si è sempre proclamato innocente. E i testimoni chiave più di una volta hanno ritrattato la loro versione dei fatti, arrivando persino ad accusare la polizia di aver loro estorto la verità. Ma questo non è servito a sospendere l'esecuzione. 

"Sono innocente. Quello che è accaduto quella notte non è stato per colpa mia. Non avevo armi". Sono le ultime parole pronunciate da Davis, la cui esecuzione è stata eseguita alle 11 di ieri sera nel carcere di Jackson, in Georgia. "A coloro che si apprestano a togliermi la vita, che Dio vi benedica", ha aggiunto prima dell’iniezione letale. "Tutto ciò che posso chiedere - ha ancora detto secondo quanto riferito da un giornalista presente - è che andiate a fondo di questo caso in modo che possiate finalmente vedere la verità". Davis è stato dichiarato morto alle 11.08 locali, 15 minuti dopo l’inizio dell’esecuzione avvenuta dopo il no della Corte Suprema ad una richiesta di rinvio.

Arrestato nel 1991, era accusato dell'omicidio dell'agente di polizia Mark MacPhail nel 1989 a Savannah, in Georgia, ma si è sempre proclamato innocente. Il poliziotto era stato ucciso mentre provava ad aiutare un senzatetto che era stato attaccato da Davis e altri. Secondo l'accusa, Davis avrebbe attaccato l'agente di sicurezza MacPhail con una pistola dopo avergli chiesto una birra e avrebbe avuto un sorriso compiaciuto mentre sparava al poliziotto nel parcheggio del Burger King di Savannah, ma l'arma del delitto non è mai stata trovata e i testimoni hanno più volte ritrattato. Secondo i dimostranti che in questi giorni si sono mobilitati, sette testimoni su nove hanno confessato che fu la polizia a costringerli a testimoniare contro Davis.  

L'esecuzione era stata rinviata perché i legali di Davis avevano presentato richiesta di sospensione alla Corte suprema nell'ultimo tentativo di salvarlo. La Corte ha però respinto la richiesta, non lasciando a Davis alcuna possibilità. Ieri era stata rifiutata anche la proposta di sottoporre Davis al test della macchina della verità e la grazia era stata respinta sia dalla Corte superiore della contea di Butts che dall'Alta Corte della Georgia. "Ha avuto tutte le possibilità del mondo e bisogna che si arrivi a una fine", aveva sostenuto in un'intervista telefonica la madre dell'agente, Anneliese MacPhail. "Non avevo una pistola", ha ribadito Davis fino alla fine ai familiari del poliziotto. Chissà se un giorno Davis verrà riabilitato, perché magari spunterà fuori un'altra verità...

"Non riesco a credere che la condanna a morte di Troy Davis sia stata finalmente eseguita", ha detto Anneliese MacPhail, madre del poliziotto ucciso 22 anni fa. La madre dell'agente ha detto di sentirsi frastornata, ma che finalmente potrà provare il sollievo e la pace attesi per tutti questi anni.

La vedova del poliziotto, Joan MacPhail-Harris, ha aggiunto che ora per le famiglie è tempo di guarire dal dolore. 

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