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Usa, nuovo scandalo "Al candidato Gingrich soldi da Freddie Mac"

Newt Gingrich, ex speaker della Camera e candidato alle primarie repubblicane, avrebbe preso quasi due milioni di dollari in consulenze dal colosso dei mutui Freddie Mac. Previsto un crollo nei sondaggi

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Un nuovo scandalo imperversa in America, colpendo uno dei candidati in corsa per le primarie repubblicane. E non si tratta di una figura secondaria. Il politico coinvolto, infatti, è Newt Gingrich, 68 anni, ex speaker della Camera e autore del celebre Contratto con l'America, con cui la destra Usa riconquistò la maggioranza dei deputati stracciando i democratici e impensierendo l'allora presidente Clinton nelle elezioni di midterm. L'accusa non ha niente a che fare con il gossip - amanti o tradimenti - o le molestie sessuali, come nel caso delle recenti accuse piovute addosso a Herman Cain. Nel caso di Gingrich, invece, si parla di lobbyng (azione volta a influenzare l'attività del governo e del parlamento),  un'attività che negli Stati Uniti è disciplinata dalla legge, con tanto di registro dei lobbisti. Ma non può essere svolta dai politici. Secondo quanto rivela Bloomberg News Gingrich avrebbe intascato da 1,6 a 1,8 milioni di dollari dal colosso dei mutui governativo Freddie Mac, ufficialmente in cambio di consulenze. Il tutto nell’arco di otto anni. E non è la prima volta che i riflettori vengono puntati sul rapporto tra il candidato in corsa per la Casa Bianca e Freddie Mac, finita sotto il controllo del governo, nel 2008, per scongiurare il proprio fallimento. 

Lo scandalo coincide con un periodo particolarmente florido per il candidato repubblicano che, secondo gli ultimi sondaggi, aveva raggiunto il 22% di popolarità tra gli americani, staccando di soli due punti il preferito Mitt Romney. Il rapporto sospetto con Freddie Mac metterà a rischio le sue chance di vittoria? La parola, ovviamente, spetta agli elettori repubblicani. Ma di certo è un brutto colpo per Gingrich...

"Ho dato alla società di mutui dei consigli e ho spiegato gli errori che ha fatto", ha detto Gingrich in occasione di un dibattito repubblicano del 9 novembre, rispondendo a una domanda su 300.000 dollari ricevuti dall’agenzia governativa nel 2006. Ma complessivamente si arriverebbe a circa 1,8 milioni di dollari, non proprio "bruscolini". "Nessuno ha mai chiesto a Gingrich favori politici di alcun tipo", ha rassicurato Mitchell Delk, contatto principale del candidato repubblicano all’interno di Freddie Mac. "I pagamenti sono giustificati da consulenze su questioni di politica pubblica".

Andando a scavare risulta che il rapporto tra Gingrich e Freddie Mac è iniziato nel 1999, cinque mesi dopo le dimissioni da speaker della Camera, quando, libero dagli impegni politici, fondò la società di consulenza Gingrich Group. In seguito, dal 1999 al 2002, Freddie Mac ha pagato da 25.000 a 30.000 dollari mensili al politico per le consulenze fornite. Un contratto di due anni a partire dal 2006, inoltre, ha portato a Gingrich altri 600.000 dollari. Al di là del rapporto, molto stretto, che emerge tra Freddie Mac e il politico repubblicano, quello che forse darà più fastidio, in America, è il nome del soggetto "beneficiario" delle consulenze, ed elargitore dei "contributi".

Freddie Mac, infatti, è ritenuto uno dei principali artefici della crisi dei mutui subprime, che ha sconvolto la finanza americana infettando, in breve tempo, tutto il mondo. E un politico che ha preso soldi da questo gruppo - costringendo poi lo Stato a un dispendioso salvataggio - può andare alla Casa Bianca?

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