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Dopo il "vaffa" la Camera censura La Russa Ma alla sinistra non basta: "E' troppo poco"

L’Ufficio di presidenza della Camera ha approvato, a maggioranza, la proposta del collegio dei questori di sanzionare il comportamento del ministro della Difesa, nel corso della bagarre in Aula la scorsa settimana, con una lettera di censura. La lettera sarà inviata, per conoscenza, anche al premier

Dopo il "vaffa" la Camera censura La Russa 
Ma alla sinistra non basta: "E' troppo poco"

Roma - L’Ufficio di presidenza della Camera ha approvato, a maggioranza, la proposta del collegio dei questori di sanzionare il comportamento del ministro Ignazio La Russa, nel corso della bagarre in Aula la scorsa settimana, con una lettera di censura. La lettera sarà inviata, per conoscenza, anche al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma alla sinistra non basta: "E' troppo poco".

La Camera sanziona La Russa Mentre la maggioranza ha sostenuto la proposta dei deputati questori, il centrosinistra al voto si è spaccato: Silvana Mura di Idv ha votato contro, Rocco Buttiglione e Renzo Lusetti dell’Udc e Donato Lamorte di Fli si sono astenuti e Rosy Bindi e Giampaolo Bocci del Pd sono usciti dalla sala per non partecipare alla votazione: una scelta dettata dalla loro non condivisione della proposta dei questori e per venire incontro al presidente Fini che aveva chiesto massima coesione. L’atteggiamento assunto da due esponenti del Pd non sarebbe piaciuto al questore di opposizione, Gabriele Albonetti. "Riteniamo la proposta dei questori riduttiva - ha spiegato Renzo Lusetti - ma per rispetto alla situazione che c’è stata e che ci sarà questa settimana abbiam deciso di astenerci per rasserenare il clima". Soddisfatto il Pdl. "Era l’unica sanzione possibile con il regolamento attuale", ha spiegato Gregorio Fontana del Pdl che ha chiesto "attenzione a quanto è successo mercoledì in piazza Montecitorio". Nell’esprimere "la più viva deplorazione" del comportamento tenuto dall’onorevole La Russa nei confronti della presidenza della Camera, i questori hanno chiesto all’ufficio di presidenza di inviare al ministro della Difesa "una lettera di fermo richiamo".

Il Pd: "Decisione pilatesca" Per il deputato democratico Dario Ginefra, "si stabilisce o che il deputato impegnato nella veste di rappresentante del governo ha una responsabilità minore nei comportamenti in aula rispetto al comune deputato o che non costituisca atto grave mandare 'a quel paese' i colleghi e la terza carica dello Stato determinando la sospensione dei lavori d’aula". "Auspico un ripensamento della sanzione comminata al ministro La Russa - ha concluso l'esponente democratico - se così non fosse l’Ufficio di Presidenza darebbe vita a un pericolosissimo precedente che rischia di trasformare l’aula in luogo di ingiurie e di barbarie".

L'Idv: "Sanzione irrisoria" "I ministri sono liberi di offendere le istituzioni - ha commentato il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi - la sanzione irrisoria comminata a La Russa è un vero e proprio atto di codardia da parte dell’ufficio di presidenza". "Si sono trincerati - ha spiegato Donadi - dietro la mancanza di norme sulle sanzioni ad un ministro, ma si tratta di un problema di facile soluzione. Ignazio La Russa avrebbe dovuto essere sanzionato come qualsiasi altro deputato e questo non avrebbe avuto ripercussioni sulle sue funzioni da ministro. Perchè come deputato non avrebbe potuto votare, ma come ministro della Difesa avrebbe potuto tranquillamente svolgere le sua mansioni in Aula. Questa decisione - ha concluso il capogruppo Idv - è un’offesa alle istituzioni, che ancora una volta non sono state tutelate dal centrodestra".

Il Pdl: "La sinistra non dia lezioni" "Per quanto riguarda gli insulti in Aula, sia il Pd che l’Idv - ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl Camera - non possono dare lezioni visto il tenore di alcuni interventi e di molte provocazioni portati avanti, con indubbio spirito creativo, nel corso di questi anni".

Cicchitto ha, poi, aggiunto che "gli esponenti dell’opposizione farebbero meglio a prendere atto di un provvedimento equilibrato approvato dall’ufficio di presidenza".

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