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In Val di Susa la notte di follia dei No Tav E oggi Genova blindata per il corteo No Global

Ieri notte l'assalto al cantiere e gli scontri con la polizia. Oggi Genova è blindata per il decennale del G8. Strade deserte e serrande abbassate in tutto il centro. La polizia: "possibile arrivo dei gruppi di No Tav". E infatti un centinaio di loro apre il corteo

In Val di Susa la notte di follia dei No Tav 
E oggi Genova blindata
per il corteo No Global

Genova - I professionisti della violenza. Il tour dei No Tav da Chiomonte oggi si sposta a Genova. Dopo la notte di fuoco in Val Susa un centinaio di manifestanti anarchici e antagonisti ha fatto capolino nel capoluogo ligure per partecipare al corte del decennale del G8. Sono stati accolti con un lungo applauso dagli altri manifestanti, tanto che intorno alle 17 sono stati proprio loro ad aprire il corteo. Sfilano con le loro bandiere in testa alla manifestazione che da Sampierdarena raggiungerà il centro del capoluogo ligure al grido di "Giù le mani dalla Val Susa", con in mano striscioni su cui si legge "No Tav".

Dieci anni dopo i No Global fanno ancora paura e Genova è blindata. Circa 500 agenti presidiano i luoghi sensibili e le forze dell'ordine hanno fatto rimuovere centinaia di cassonetti lungo tutto il percorso del corteo e rinforzato i controlli nelle stazioni ferroviarie e nei caselli autostradali. Alla manifestazione parteciperà anche il leader di Sel Nichi Vendola. Gli organizzatori del corteo hanno precisato che si tratta di una manifestazione pacifica. Ma l'arrivo dei No Tav rischia di pregiudicare tutto. Basti pensare infatti a quello che hanno combinato questa notte a Chiomonte (Torino). L'obiettivo era sempre lo stesso: bloccare il cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione e scatenare la guerriglia contro le forze dell'ordine. Così, dopo le minacce di bloccare il Tour de France al Pinerolo e il ritiro della Juventus a Bardonecchia e dopo gli ultimi scontri in Val Susa, ieri circa seicento manifestanti sono tornati all'opera e, dopo aver accatastato fascine di legno, rami e altri manufatti, hanno appiccato incendi e hanno accerchiato la recinzione del cantiere.

Da lì a poco è cominciata una fitta sassaiola contro le forze dell'ordine, puntando potenti raggi laser contro poliziotti e carabinieri. Un gruppo di manifestanti completamente coperti con protezioni per l'autodifesa - ha riferito la Questura di Torino - ha anche cominciato a tagliare una parte della recinzione del cantiere. La polizia ha risposto con getti d'acqua degli idranti e, poi, con il lancio di alcuni lacrimogeni. E i manifestanti, che si erano raggruppati nella zona della Val Clarea, nei pressi del viadotto dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, si sono dispersi nei boschi. Sempre secondo la Polizia, alcuni di coloro che hanno appiccato gli incendi indossavano maschere antigas. Il denso fumo causato dai roghi ha indotto le forze dell'ordine a chiudere per qualche ora l'autostrada per ragioni di sicurezza.

Altri manifestanti si sono invece raggruppati nella zona della centrale elettrica di Chiomonte e alcuni di loro hanno cominciato a battere con bastoni di legno contro il cancello costruito per proteggere il cantiere. Tensione anche in altri punti della vasta zona intorno al cantiere, come l'area archeologica, dove un gruppo di manifestanti ha lanciato bulloni, probabilmente con fionde, contro le forze dell'ordine che si erano disposte a protezione del sito archeologico. E poi ancora sassi, bottiglie, petardi.

Insomma la violenza delle frange più estreme dei No Tav non si placa. Qualche giorno fa, il parlamentare del Pd, Stefano Esposito aveva denunciato e recuperato dal web alcune corrispondenze in uno dei tanti siti antagonisti. E quello che era emerso non lasciava intendere buoni auspici, al contrario solo minacce e intimidazioni. "Facciamoci sentire dai mandanti della Tav, facciamo in modo che non dormano sogni tranquilli; pur continuando con le utili azioni di disturbo alla Maddalena, ritengo sia però necessario farci sentire in qualche modo dai mandanti i cui nomi sono a tutti noti: il prefetto, il questore, Virano, Fassino, Esposito, Enoc, Cota, Barbarella. Bisogna fare in modo che anche loro smettano di fare sogni tranquilli, quindi sono necessarie azioni di disturbo dirette e improvvise. Ad esempio il prefetto ha inviato i mercenari a devastarci la Maddalena? Bene allora devastiamogli la sua abitazione personale, occupiamogli la prefettura e poi magari la scambiamo con la Maddalena", erano queste alcune delle frasi di Luciano Davi, definito un "capetto" del movimento no Tav.

Non proprio dei buoni propositi. Alla fine, il bilancio di ieri notte non ha registrato feriti, se non un agente, colpito da una pietra alla mano e un centinaio di intossicati dal fumo dei lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine. Come se non bastasse, nuove manifestazioni anti-Tav sono previste per domani pomeriggio in Val di Susa.

E oggi la storia rischia di ripetersi anche a Genova.

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