Roma

Con le varianti al Prg guadagni a livello di una «finanziaria»

I 20 milioni di metri cubi hanno fatto incassare 18 miliardi di euro a pochi costruttori. Niente, invece, per l’edilizia popolare

L’urbanista Pietro Samperi, padre del primo piano regolatore del ’62, ha denunciato l’incredibile situazione e i motivi non sempre cristallini che bloccano l’attuazione del nuovo piano regolatore fermo dal 2003. Anche il capogruppo di An in Campidoglio, Marsilio, seppure con accenti diversi, ha richiamato l’attenzione su questa paralisi dopo la lettera di protesta firmata dall’associazione dei costruttori romani.
Eppure la sensazione che si ha, che tutti abbiamo, è che a Roma si continui a costruire a rotta di collo, in quantità e con un consumo del territorio senza precedenti. Sensazione fondata. Dicono che il nuovo Prg, in realtà, sia fermo in attesa che si venda questa valanga di cemento.
In questi anni si è costruito e si costruisce grazie all’Edilizia contrattata dell’assessore Claudio Minelli (una sorta di «paghi uno e prendi due» applicata all’urbanistica). Esempi di edilizia contrattata sono l’ex Pantanella e anche la Galleria Colonna. Buon’idea. Certamente tutto avviene nel modo più regolare. Ma certamente si tratta di interventi fuori dal piano regolatore e fuori dal controllo democratico.
Soprattutto, a parte l’«edilizia contrattata», si è costruito e si costruisce in modo enorme e abnorme su aree rese in prevalenza edificabili, nonostante il Piano bloccato, da varianti al Prg approvate con «l’uso improprio e smodato degli accordi di programma» come accusa Pietro Samperi. In un caso e nell’altro i beneficiati sono i grandi costruttori. Cinque, forse sei nomi al massimo.
E adesso veniamo ai numeri. I bene informati dicono che negli ultimi 10 anni sono 50 milioni - ripeto: cinquanta milioni - i metri cubi di nuove costruzioni già realizzati e che arriveranno a 60 - sessanta milioni - con quelli in corso di realizzazione. Ma queste sono stime ufficiose.
Teniamoci ai dati ufficiali. L’assessore all’Urbanistica Roberto Morassut rivendica il merito dei 20 milioni di metri cubi di edilizia privata attivati «in questi anni» (esattamente in quali anni, assessore?). Proviamo a fare qualche conto. In un milione di metri cubi si ricavano appartamenti per 300mila metri quadrati. Venduti a una media di 3mila euro, cifra per difetto, al mq., sono 900 milioni di euro.
Cioè, con 1 milione di mc si ricavano 900 milioni di euro. Venti milioni di metri cubi fanno 18 miliardi di euro. L’equivalente di una manovra finanziaria, e anche corposa. Tutto nelle mani di cinque, massimo sei personaggi.
Contemporaneamente non è stato avviato un solo progetto di edilizia economica e popolare, gli unici interventi per calmierare il mercato. Negli ultimi cinque-sei anni, nonostante questo diluvio di mattoni, l’aumento dei prezzi delle case a Roma può essere valutato nel 400% in più.
Sono queste cifre che hanno cementato, è il caso di dirlo, 15 anni di giunte di centrosinistra in Campidoglio. In queste cifre sta il «nodo» - per non usare altri termini - della politica urbanistica e della politica tout court nella capitale.
pierangelo.

maurizio@fastwebenet.it

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