Venezia come Coney Island: sarà l'isola del divertimento

Venezia come Coney Island: sarà l'isola del divertimento

Immaginate di aprire le finestre di casa e di affacciarvi su di un'isola artificiale che per anni è stata adibita ad inceneritore prima e a discarica poi. Ora chiudete le finestre, pensate a qualcosa di diverso e di infinitamente più bello, riaprite le serrande ed ecco che sotto i vostri occhi riappare la stessa isola di prima ma questa volta è incantevole, pulsante di vita, piena di bambini che giocano e nel contempo imparano, di visitatori che vi sbarcano per respirare da un nuovo e insolito polmone verde, per assistere a spettacoli teatrali o concerti, per conoscere da vicino la flora e la fauna dei fondali attorno all'isola, o semplicemente per incontrarsi e passeggiare immersi in un contesto nuovo e affascinante.
Questa è la storia di un progetto che potrebbe presto diventare realtà e che riguarda l'Isola San Biagio, di fronte a Venezia, tra il canale della Giudecca e la laguna aperta. Una superficie di 40mila mq utilizzata oggi come discarica e che, grazie alla passione e alla genialità di un'eccellenza dell'imprenditoria italiana, si schiude a nuove prospettive. L'eccellenza in questione è la Zamperla Spa, azienda leader nella realizzazione di aree polifunzionali, la stessa azienda che ha rinnovato il Gorky Park di Mosca, che ha riqualificato l'area della centrale nucleare di Kalkar in Germania e che è stata chiamata dal sindaco di New York, Bloomberg, per far rinascere Coney Island. Un'azienda attenta al tema ambientale, sensibile nei confronti dei principi culturali dei luoghi in cui opera, una tradizione familiare lunga un secolo con sede centrale ad Altavilla Vicentina e filiali sparse in tutto il mondo, dalla Cina alle Filippine, dalla Russia a Dubai e, naturalmente negli Stati Uniti. Ma nonostante i successi raccolti in tutto il globo, il sogno del patron Alberto Zamperla è sempre stato quello di lavorare nel cuore del suo amato Veneto ed ecco che l'idea man mano prende forma: individua l'area, se ne assume i costi di bonifica, coinvolge l'Università Ca' Foscari quale consulente tecnico e specialistico - dallo stesso Rettore Carlo Carraro alla biologa marina Patrizia Torricelli all'archeologo e storico Sauro Gelichi - e parte alla volta della procedura burocratica per la realizzazione di un grande polo di cultura e divertimento perché «dobbiamo essere fieri della nostra storia, farla conoscere prima di tutto a noi stessi e poi a tutto il mondo e con questo polo i visitatori saranno stimolati, attraverso il divertimento, a conoscere la storia della Serenissima».
Un progetto che allo stato attuale ha superato le prime fasi di approvazione, il favore del sindaco di Venezia, la concessione del terreno per quattro anni, ma al quale mancano ancora altri passaggi definitivi per poter dare il via ai lavori. Tempi di realizzazione stimati circa due anni, con un costo previsto di 90 milioni di euro. Il massimo della tecnologia, vernici mimetiche per le installazioni, totem che rimanderanno alle strutture della città, realtà aumentata per spiegare la storia di Venezia e della laguna, marchingegni al limite della fantascienza per supportare l'area didattica dedicata alle scuole e alla sperimentazione delle fonti energetiche eco-sostenibili per costruire qualcosa di molto vicino al concetto architettonico e strutturale dei Giardini di Tivoli di Copenhagen, area immersa nel cuore della città che rispetta e si integra alla perfezione nell'ecosistema del giardino circostante e che allo stesso tempo si caratterizza per la sua connotazione culturale. Il tutto non solo mantenendo e rispettando i fragili equilibri del capoluogo veneto, ma anche risanandone un'area che alla pubblica amministrazione costerebbe milioni di euro e creando almeno 500 nuovi posti di lavoro. «Ovunque nel mondo abbiamo realizzato progetti importanti garantendo sempre innovazione, sostenibilità ambientale, collaudi meticolosi, esperienza, massima affidabilità e sicurezza - spiega Alberto Zamperla - a Venezia non sarà diverso.

Un progetto in cui crediamo e cui teniamo in particolar modo e per sintetizzarlo prendo in prestito una frase di Mark Twain che avrei voluto scrivere io stesso: tra vent'anni non sarete delusi dalle cose che avrete fatto ma da quelle che non avrete fatto».»

Commenti