Cultura e Spettacoli

Verne per 2 euro Molière per 3: il trionfo dei «poche»

I grandi gruppi editoriali transalpini si spartiscono il mercato dei paperback. Come «J’ai lu» che in pochi anni ha venduto 40 milioni di copie

Basta entrare in una qualsiasi grande libreria francese (poniamo una della catena FNAC), perché colpisca la prevalenza dei rayons poche, degli scaffali riservati ai volumi di minor formato e basso costo. E quand'anche, secondo il sistema piuttosto adottato da alcuni librai, non vi fossero settori specifici per i prodotti dell'editoria economica, egualmente si notano, nella sequenza alfabetica per autore, i moltissimi piccoli libri che la fanno da padroni.
I tascabili vanno forte, in Francia; diciamo che rappresentano quasi il 50 per cento delle vendite; nel 2005 si è parlato di più di 100 milioni di copie vendute, pari a circa 700 milioni di euro. Sono cifre importanti, che inducono a riflettere. Se è dunque vero che i libri hanno in genere un prezzo molto elevato, e che la gente, i giovani in particolare - anche quelli più assetati di letture - tanto denaro in tasca non l'hanno; e se è vero che, dal canto loro, le case editrici, in Francia come ovunque, lamentano da sempre difficoltà, stasi di mercato e così via, ecco l'uovo di colombo. Fatto così ben compreso, che ormai tutti i grandi gruppi, ogni casa editrice anche prestigiosa (si pensi alle PUF, le Presses Universitaires de France, con la collana Quadrige) hanno la loro collezione poche. Anzi, formuliamo diversamente il concetto: il libro tascabile è in mano ai grandi gruppi editoriali francesi, che se ne spartiscono il mercato a colpi di novità, di «trovate», di tempismi che li conducono a pubblicare i loro volumi in perfetta coincidenza con le uscite cinematografiche o televisive, con i centenari o i «casi» in voga.
Così il gruppo Hachette Livre (che comprende marchi come Grasset, Fayard, Stock, Fasquelle e partecipazioni azionarie di altri editori minori ma potenti sul mercato, come Harlequin, famosa per i suoi romanzi sentimentali, o Mille et une Nuit) possiede, insieme ad Albin Michel, la collezione Le Livre de poche, la più vecchia nel suo genere: nata negli anni Cinquanta, naviga con vele sempre gonfie, con le sue molte collane, che coprono in buona sostanza ogni campo dello scibile, e ogni epoca storica. I prezzi vanno da 1,50 euro per un libro intorno alle cento pagine (ad esempio un Adieu! di Balzac), ai 3 euro per una commedia di Molière o l'Adolphe di Benjamin Constant (224 pagine), ai 5 euro per un giallo di Agata Christies o una raccolta di racconti di Bradbury, fino ai 6 euro per Platone o (cito a caso) l'Anthologie de l'humour noir di Breton. A questo punto gli 8 euro per le mille pagine di Anna Karenina ci sembrano un'enormità.
E non si tratta, naturalmente, solo di ristampare classici noti o meno noti, ovvero opere di autori fuori diritti; le collezioni poche si arricchiscono ogni settimana di testi novecenteschi o contemporanei: qualsiasi autore, e qualsiasi editore subcedente, messi dinanzi alla scelta di vendere dieci, venti o cento volte tanto, sia pure con un minor guadagno in fatto di percentuali, non ha alcun dubbio. Un tempo, insomma, il tascabile serviva a prolungare la vita del libro, quando l'«editio maior» fosse esaurita; ora la politica è quella di stampare molte opere inedite direttamente in poche, e il successo dell'operazione induce a perseverare su tale strada.
Hachette è anche parzialmente proprietaria (30 per cento) di J'ai lu, il cui 70 per cento è però del gruppo Flammarion; anche J'ai lu è pionieristica: risalente al 1958, pubblica circa 400 novità all'anno, suddivise in una decina di collane (al momento), tra cui Littérature, Humour, Policier, Fantastique, J'ai lu par elle, Comédies romantiques. Stephen King ha una sua collana. Anche qui i prezzi si aggirano sui 5-6 euro.
Ma c'è di meglio: nel 1994 le Edizioni J'ai lu lanciano una nuova collezione di libri a 10 franchi, Librio, che dopo tre anni festeggia il decimo milione di libri venduti, con 160 titoli in catalogo e long sellers come i romanzi di King o Romeo e Giulietta. Le sue collane si moltiplicano, e con l'avvento della nuova moneta europea il prezzo passa a 2 euro. È il trionfo: più di 500 titoli attualmente in catalogo, e si parla di 40 milioni di copie vendute. Di recente le collane vengono riorganizzate secondo cinque grandi assi di interesse: Littérature, Documents (storia, politica, scienze sociali, economia), Mémos (temi di cultura generale, piccole guide, settore parascolastico), BD (Bande dessinée, cioè fumetti), Pratique-Loisirs (turismo, cucina, musica, manualistica). Prendiamo la Letteratura, a sua volta suddivisa in cinque sottocollane: Imaginaire, Noir et Policier, Théâtre, Poésie, Philosophie et Spiritualité. L'eclettismo vi domina sovrano: in Imaginaire, ad esempio, si va dai classici Lewis Carroll, Swift o Maupassant, a Stephen King o Bradbury; in Philosophie et Spiritualité da Platone a Seneca, da Ovidio a Descartes, passando attraverso la Leggenda aurea di Jacopo da Varagine e fino al Profeta di Khalil Gibran.
Del resto le categorie, come appare chiaro, sono per lo più fittizie, e sfumano spesso l'una nell'altra: Maupassant è in Imaginaire e in Noir, e così Poe; Verne resta sicuramente nel primo, insieme a Collodi, o Malaparte, o Pirandello. Ma Dante? E Goethe? E Schiller? Un po' in Poésie, un po' in Philosophie et Spiritualité, forse di nuovo Imaginaire. Ma che importa, in fondo? Fondamentale è che i libri ci siano, ben allineati negli scaffali, con il loro bollino giallo fosforescente che attira lo sguardo: 2 euro. Come resistere? Il resto della libreria scompare: prenderne dieci con il prezzo di uno è tentazione troppo forte. E oggi, contrariamente al passato, anche gli apparati critici (dei libri storici e filosofici) sono dignitosi se non buoni.
Le opere, va da sé, tendono in parte a ripetersi presso i diversi editori: difficile non «copiare» Gallimard - per citare il terzo grande gruppo editoriale francese - che nella sua collezione Folio le ha praticamente tutte, coi i suoi 5.000 titoli e 300 novità all'anno, terzo in fatto di vendite poche (14 per cento). Assai più diversificate le sue collane, rispetto agli editori precedentemente citati, con un maggior rigore nella classificazione delle opere: Biographies, Classiques, Documents, Essais, Histoire, Folio Plus, Policier, Science Fiction, Théâtre, Poésie, Folio Junior, la collana per ragazzi che comprende una lunga serie di sottoinsiemi, tra avventura, magia, leggende; eccetera. I prezzi vanno dai 4 (intorno alle duecento pagine) ai 7 euro, ma Il Voyage au bout de la nuit di Céline ne costa solo 8 (e sono 570 pagine), l'Odissea con commento 3,50 (224 pp.), i Tre racconti di Flaubert o L'Horla di Maupassant 2,50. Anche Folio ha inoltre la sua collana a 2 euro, ma spesso, per accaparrarsi un lettore, e la catena di lettori che egli porta con sé, si gioca sul decimo o sul centesimo di euro. Cambiano poi, da un editore all'altro, le composizioni delle raccolte: GF (Garnier Flammarion) offre La metamorfosi insieme ad altri racconti a 4,37 euro, Folio Gallimard la sola Mefamorfosi a 2,38, o Il vaso d'oro di Hoffmann a 1,90 euro, mentre i Racconti fantastici di Hoffmann GF costano 5.51 euro.
Editis, al secondo posto per vendite dopo Le Livre de poche, è editore solo di tascabili: i famosi Pocket e 10/18 (dalla misura del formato dei libri, appunto), di cui nel 2005 si sono vendute 25 milioni di copie.

Di fronte a simili dati quelli di case editrici minori, che pure hanno inaugurato da tempo a loro volta collezioni poche (Double per Minuit, Babel per Actes Sud, Libretto per Phébus) non fanno storia.

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