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Il vero amore è per sempre Ma se vi innamorate è meglio

Il vero amore è per sempre Ma se vi innamorate è meglio

Che regalo a mia moglie? E alla mia amante? E a quell'altra che di cui mi sto quasi innamorando? E chi porto a cena delle tre? Ammesso siano solo tre. Insomma: San Valentino, un gran casino. Teoricamente è la festa degli innamorati, ancor più teoricamente tu sei innamorato di una, lei di te, vi fate il regalo, andate fuori a festeggiare, e festa finita. Ma a quadrare poco, per noi umani, è il concetto di innamoramento, siccome siamo gli unici animali (a parte le orche, i piccioni, e pochi altri mammiferi) a esserci imposti la monogamia, quantomeno a parole.

Marcel Proust, il più grande scrittore mai esistito prima di me, spesso scambiato per un autore romantico e sdolcinato (se lo pensate non l'avete letto bene, o non l'avete letto per niente), l'aveva capito, e all'amore aveva dato perfino una scadenza: diciotto mesi. Passati i quali ci si lasciava continuando a volersi bene, oppure sposandosi, ma liberi di innamorarsi di altri. Al suo amante, Alfred Agostinelli, non ricordo se per San Valentino o meno, Proust regalò un aereo, con il quale Agostinelli si schiantò, io credo perché lo avesse sabotato lo stesso Proust che non sapeva più come toglierselo di torno.

Invece una scena classica dei film, specie dei cine-panettoni, è un marito che compra il regalo di San Valentino per la moglie e un altro per l'amante, ma per sbaglio li scambia (con annessi bigliettini), con inevitabile disastri su ambi i fronti. D'altra parte perfino nei Dieci Comandamenti hanno pensato di inserire la clausola «Non desiderare la donna d'altri» (se non fosse per il maschilismo biblico si potrebbe pensare che le donne siano libere di desiderare chi vogliono), per forza, perché è l'unica desiderabile: cioè cosa fai, desideri la tua? Continui a innamorarti della stessa?

In realtà la festa degli innamorati è la festa degli amanti, i quali sono gli unici che dovrebbero festeggiare San Valentino, per la semplice ragione che degli amanti si è ancora innamorati, in quanto non li conosciamo ancora bene e non conoscere è fondamentale per sentirsi innamorati, e sentirsi innamorati è una cosa diversa dall'amare. Si vive e si fa una famiglia con chi si ama, ci si innamora di tutti gli altri, è una questione fisiologica di produzione di dopamina.

Tra l'altro gli amanti, non vivendo insieme, hanno solo l'innamoramento da festeggiare, volete togliergli pure quello? Basti pensare al sentimento di Romeo per Giulietta, di Petrarca per Laura, di Dante per Beatrice, di Leopardi per Silvia: erano innamorati, perché non si erano sposati. Lo stesso I promessi sposi finisce quando Renzo e Lucia diventano marito e moglie: non c'è più niente di interessante da raccontare, tantomeno da festeggiare (e la vera vittima del romanzo, a mio avviso, resta il povero Don Rodrigo).

E dunque cene a lume di candela, regalini e smancerie è contro-natura riservali al proprio coniuge: ha già la nostra vita. Il San Valentino non dovete passarlo con chi amate, ma con chi vi fa battere il cuore. Io, per esempio, la questione l'avrei risolta da tempo, ma anche qui molto in teoria, perché ho una fidanzata da quindici anni e siamo entrambi molto razionali da esserci concessi la possibilità di avere degli amanti. Per cui il San Valentino l'avrei passato con la mia amante, portandola in ristorante costoso, e poi al mare, sotto il cielo stellato, dove le avrei romanticamente parlato di galassie, materia oscura e buchi neri.

Se purtroppo nel frattempo la mia amante non mi avesse appena lasciato, perché voleva diventare la mia fidanzata, e perché nel frattempo mi piaceva un'altra ragazza, che voleva diventare la mia amante.

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