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Vertice Fao, il Papa: "La terra può nutrire tutti"

Via ai lavori del vertice sulla sicurezza alimentare: un piano in 5 punti lotta contro la fame che colpisce 1 miliardo di persone. Berlusconi: "Fissare i tempi"

Vertice Fao, il Papa: "La terra può nutrire tutti"

Roma - "Oggi più di 17mila bambini moriranno di fame. Uno ogni 5 secondi. Sei milioni all’anno. Dobbiamo agire". Con queste parole , il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha aperto i lavori del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, organizzato per dare nuovo impulso alla lotta contro fame e malnutrizione che colpisce 1,02 miliardi di persone. Anche papa Benedetto XVI ha condannato il "lucro economico" e "il ricorso a certe forme di sovvenzioni che perturbano gravemente il settore agricolo". Quindi l'invito a ripensare "gli attuali meccanismi della sicurezza alimentari" che stanno rivelando tutta la loro "debolezza".

Il discorso di Benedetto XVI Il numero delle persone che soffrono la fame sta subendo una "drammatica crescita", nonostante la terra sia in grado di "sufficientemente nutrire tutti i suoi abitanti", e questo dimostra come non vi sia alcuna relazione di "causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame". Secondo Benedetto XVI, le cause della fame vanno invece ricercate "nell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, la diminuzione di disponibilità economiche delle popolazioni più povere, il limitato accesso al mercato e al cibo". Il Santo Padre ha, poi, invitato a fermare "egoismo" e speculazioni sul cibo: basta "modelli alimentari orientati al solo consumo" che "consentono alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci". Benedetto XVI ha condannato, poi, la "distruzione di derrate alimentari in funzione del lucro economico" e "il ricorso a certe forme di sovvenzioni che perturbano gravemente il settore agricolo", invitando gli Stati a ripensare "gli attuali meccanismi della sicurezza alimentari" che stanno rivelando tutta la loro "debolezza".

Berlusconi: "Fissare tempi" Secondo l premier Silvio Berlusconi, è venuto il momento di "decidere le date e le modalità" dell’impegno di 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell’Aquila. Diouf nello scorso vertice aveva chiesto di passare dalle parole ai fatti, oggi il premier ha assicurato di aver fatto suo quell’invito: "Ho messo al centro del G8 dell’Aquila i fatti: abbiamo così messo a punto un programma per 20 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Secondo Berlusconi, infatti, è venuto il momento di "decidere le date del versamento e le modalità" della sua applicazione "per aiutare soprattutto i piccoli produttori e aumentare la produttività". Il Cavaliere, che ha rinunciato al suo intervento parlando solo per una manciata di secondo, si è quindi calato nei panni di presidente del summit esaminando i punti all’ordine del giorno.

La denuncia di Gheddafi "La situazione più problematica in Africa è quella delle sementi, monopolizzate da imprese che definirei diabolichè. Dobbiamo smantellare il monopolio delle sementi migliorate, la Fao deve farlo in ogni Paese", ha dichiarato il colonnello Muammar Gheddafi, dal palco del vertice. Parlando da presidente dell’Unione Africana, Gheddafi ha lanciato un allarme e, dopo aver sottolineato l’assenza al summit di molti capi di Stato e di governo dei Paesi ricchi, ha lanciato un nuovo monito: in Africa si sta assistendo al ritorno di un "nuovo feudalesimo". "In Africa, investitori stranieri stanno rastrellando i terreni agricoli - ha detto Gheddafi - trasformandosi in nuovi latifondisti, contro i quali dobbiamo lottare". Le emergenze ambientali nel continente sono molte e Gheddafi, nel suo intervento, ha ricordato quella del Lago Ciad a rischio di prosciugamento, così come rischiano di prosciugarsi i bacini idrici del Senegal e il Delta del Nilo.

Approvato il documento finale È stata approvata per acclamazione la bozza del documento finale del vertice sulla sicurezza alimentare che si è aperto oggi alla Fao. Il documento prevede cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame e chiede anche ai governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi. I cosiddetti "5 principi di Roma" indicati nel documento prevedono innanzitutto di investire nei programmi di sviluppo rurale predisposti dai singoli governi. Altra priorità indicata è la necessità di implementare il coordinamento strategico a livello nazionale, regionale e globale per migliorare la governance e promuovere una migliore collocazione delle risorse. Si passa poi a richiedere un approccio "binario" che prenda in considerazione un’azione diretta per sradicare la fame nelle popolazioni più vulnerabili e l’adozione di programmi a medio e lungo termine per eliminare le cause di fondo della fame e povertà. Quindi la dichiarazione sollecita il rafforzamento della collaborazione tra i vari organismi che si occupano della sicurezza alimentare e, per ultimo, assume l’impegno di vigilare sul fatto che le promesse di aiuti si realizzino in concreto.

La campagna online Alla vigilia del Vertice la Fao ha lanciato una campagna online www.1billionhungry.org che esorta l’opinione pubblica mondiale a firmare un appello per eliminare la fame e a fare un giorno di "sciopero della fame contro la fame" in solidarietà con tutti coloro che non hanno cibo a sufficienza. Lo stesso Direttore Generale Diouf per la giornata sabato ha fatto uno sciopero della fame, cominciato venerdì sera. "Oggi nel mondo ci sono oltre un miliardo di affamati e la fame genera rabbia, che è potenziale fonte di conflitti", ha ricordato Diouf nei giorni scorsi. La ricetta della Fao si riassume nella formula "più risorse per l’agricoltura", con un investimento nel settore rurale e agricolo di circa 44 miliardi di dollari all’anno, ossia quel 17 percento del totale degli Aiuti allo sviluppo (Oda) che negli anni Ottanta consentì all’India e ai Paesi dell’America Latina di risollevarsi dalla crisi alimentare con la "rivoluzione verde".

Ma molti sono i dubbi sulla volontà politica di perseguire questo obiettivo: il quotidiano dei vescovi Avvenire venerdì aveva titolato sul "rischio flop, tanto rumore per nulla?", osservando che nella bozza finale non vi è menzione della cifra indicata da Diouf.

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