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Il vescovo cristiano dà lezioni all'Egitto: «Voterei anche un musulmano»

ISi avvicinano le elezioni per l'Assemblea popolare del Cairo. Il capo della chiesa copta di Luxor: «Ho scandalizzato i giovani dicendo che in politica non bisogna guardare alla religione dei candidati ma alle loro proposte su temi come l'economi»

I Fratelli musulmani, il più antico e potente partito islamico egiziano, insieme ad altre 59 formazioni politiche, ha annunciato che boicotterà le elezioni del 28 novembre se la giunta militare al potere in Egitto non cambierà la costituzione entro domenica per impedire ai fedelissimi dell'ex presidente Hosni Mubarak di partecipare alla consultazione elettorale. Le consultazioni elettorali interessano l'Assemblea popolare (la Camera bassa) egiziana, mentre le votazioni per eleggere la Shura (la Camera Alta) si terranno invece il 29 gennaio 2012. Le due nuove Camere terranno la loro prima riunione a marzo 2012.
Intanto, mentre il clima si scalda e sono ancora aperte le ferite degli scontri religiosi - con i cristiani che piangono le loro vittime perseguitate - è proprio da parte dei copti che arriva una mano tesa e una «lezione» di laicità per altre componenti religiose. È stato monsignor Joannes Zakaria, vescovo copto-cattolico di Luxor, a rilasciare all'agenzia vaticana Fides una dichiarazione che in Egitto ha fatto scalpore: «In un recente incontro con un gruppo di giovani - riferisce - ho suscitato il loro stupore quando ho affermato che se vi fosse un candidato musulmano che ritengo veramente adatto ad un'importante carica pubblica, lo voterei senza problemi. Questo perchè non guardo alla religione dei candidati ma alle loro qualità umane e politiche». «I giovani sono rimasti scandalizzati per le mie affermazioni - osserva Zakaria -. Ho risposto che in politica non bisogna guardare alla religione dei candidati ma alle loro proposte su tematiche come lo sviluppo economico».
Il presule spiega che «questo punto è molto sentito qui a Luxor perché con il crollo del turismo, la gente sta soffrendo». «Per questo - prosegue - c'è stata un'impennata della criminalità, poiché la gente ha fame. Su questa disperazione si inseriscono quanti, membri del vecchio regime, soffiano sul fuoco, incoraggiando i più disperati a commettere atti criminali o terroristici».
La svolta democratica egiziana «suscita inoltre timori in alcuni Paesi limitrofi, perchè un Egitto democratico rappresenterebbe un esempio anche per i loro popoli». Secondo monsignor Zakaria, attualmente «i partiti meglio organizzati sono quelli dei Fratelli Musulmani e dei Salafiti che probabilmente riusciranno a prendere un buon numero di voti.

D'altro canto - aggiunge - è abbastanza forte la voce di coloro che chiedono un vero regime democratico, rispettoso dei diritti di tutti».

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