Mondo

Vietnam, condannati quattro dissidenti: "Volevano rovesciare il regime comunista"

L'avvocato cattolico Le Cong Dinh (nella foto) che si batte per i diritti umani e altri tre noti attivisti democratici, tra cui un blogger, sono stati condannati a pene tra i 5 e i 16 anni di carcere per "attività finalizzate a sovvertire il governo popolare"

Vietnam, condannati quattro 
dissidenti: "Volevano 
rovesciare il regime comunista"

Ho Chi Minh City - Un avvocato cattolico che si batte per i diritti umani e altri tre noti attivisti democratici sono stati condannati in Vietnam a pene tra i 5 e i 16 anni di carcere per aver tentato di rovesciare il regime comunista. Al termine di un processo durato un solo giorno, il tribunale vietnamita ha riconosciuto i quattro imputati colpevoli di "attività finalizzate a sovvertire il governo popolare".

La pena più dura, 16 anni, è stata inflitta al 43enne imprenditore informatico Tran Huynh Duy Thuc. Sette anni al blogger ventiseienne Tran Huynh Duy Thuc, cinque al quarantunenne avvocato cattolico Le Cong Dinh (nella foto) e all’esperto informatico 42enne Le Thang Long. Tranne Long, i quattro rischiavano tutti una condanna a morte. Per loro al carcere seguiranno tre anni di arresti domiciliari, che nel caso di Thuc saranno cinque.

Il processo, che riguardava i dissidenti più famosi tra le decine arrestati in Vietnam lo scorso anno, è stato criticato dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani e da molti governi come il segno della crescente repressione dei movimenti democratici e di quanti si battono per la libertà di espressione.

Il console Usa, Kenneth Fairfax, ha espresso "profonda preoccupazione per l’arresto e la condanna di persone per la pacifica espressione delle loro idee, politiche e di altro genere". I quattro attivisti erano stati arrestati nel giugno scorso con un capo di imputazione più lieve: diffusione di propaganda antigovernativa ma all’inizio di dicembre il pubblico ministero ha aggravato la posizione degli arrestati con nuove accuse. L’avvocato cattolico Paul Le Cong Dinh ha più volte difeso attivisti per i diritti umani ed è autore di pubblicazioni che evidenziano i difetti del sistema economico, sociale e politico del suo Paese.

Nel fascicolo depositato dal pm si faceva anche riferimento a "legami con gruppi reazionari ed elementi ostili in esilio" per formare "organizzazioni politiche reazionarie". L’obiettivo sarebbe quello di "minare" la leadership politica attraverso una lotta "non-violenta", nel tentativo di realizzare la loro "evoluzione in modo pacifico".

Durante il processo Dinh ha ammesso di esser stato influenzato dagli ideali occidentali dei diritti umani, ma ha negato di aver voluto rovesciare il governo.

Thuc ha negato di aver violato la legge e ha denunciato in aula di esser stato maltrattato in carcere.

Commenti