Roma

Villa Medici Stasera il «divino» Monteverdi

Un festival dedicato alla musica che si eseguiva, fra Cinquecento e Seicento, in un palazzo nobiliare, qual era anche Villa Medici a Roma, per il diletto della corte e per l’affinamento del gusto dei suoi componenti, non poteva non includere una serata interamente dedicata a musiche del «divino» Claudio Monteverdi (1567-1643), per un periodo al servizio della lussuosa e sofisticata corte di Mantova e per un altro, assai più lungo, dal 1613 fino alla sua morte, del patriziato di Venezia e della basilica marciana. Protagonista indiscusso della musica vocale dell’epoca, le sue massime realizzazioni le ebbe nei campi del madrigale e del nascente melodramma, al punto che il suo nome, associato a quello di Giuseppe Verdi, è stato assunto per indicare inizio e fine della più grande musica vocale italiana.
Monteverdi, nel corso della sua lunga carriera, partì dal madrigale polifonico, approdò al melodramma che, inventato a Firenze, assai presto si diffuse in vari centri della penisola - il primo grande capolavoro del genere fu proprio il suo Orfeo (1607), rappresentato nel Palazzo Ducale di Mantova - ma continuò sulla strada del madrigale, attuando una straordinaria rivoluzione che da polifonico lo rese monodico, accendendolo però di forza drammatica ed in stile rappresentativo. Esempio sommo di tale rivoluzione, quel Combattimento di Tancredi e Clorinda - che si ascolterà in chiusura di programma questa sera a Villa Medici, e che alla sua prima apparizione a Venezia , Palazzo Mocenigo nel febbraio 1624, commosse fino al pianto gli illustri spettatori.
Al concerto monteverdiano di questa sera a Villa Medici, con l’ensemble vocale/strumentale ospite, l’italiano «La Venexiana», fondato e diretto da Claudio Cavina (un gruppo che anche fuori dei confini nazionali si è guadagnato belle medaglie al merito monteverdiano; all’Opéra di Parigi è impegnato nella Incoronazione di Poppea) si è voluto dare un titolo: Era la notte, per suggerirne sinteticamente, sottolineandole, le prevalenti atmosfere poetico-musicali.
Come la produzione di Monteverdi, anche il programma della serata sarà un zigzagare fra madrigali di vario genere, melodrammi e brani strumentali ad essi legati. Si ascolteranno, infatti, i brani strumentali introduttivi , impropriamente detti «sinfonie», delle sue opere teatrali (Orfeo, Ritorno di Ulisse in patria, Incoronazione di Poppea), e di quel titolo assai singolare, conosciuto come Ballo delle ingrate; della sua opera, poi, andata disgraziatamente perduta, Arianna, verrà proposto il notissimo «lamento», capostipite di un genere che ha percorso la storia della musica fino ai giorni nostri; degna e attesa conclusione del programma, come abbiamo detto, il Combattimento di Tancredi e Clorinda, dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, per il quale, primo fra i musicisti, Monteverdi inventò un mezzo musicale, lo stile cosiddetto «concitato», capace di esprimere un animo umano combattuto da opposte passioni.


Ore 21, info 0667611.

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