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La Vincenzi evita lautogol
In seguito allarticolo pubblicato mercoledì 21 settembre intitolato «Un grave danno per la città», leuroparlamentare, pur non smentendo la veridicità della notizia, tiene a precisare quanto segue.
Gent.mo dott. Lussana,
nel tardo pomeriggio di martedì 20 settembre, mentre ero in riunione a Bruxelles, mi ha chiamato sul cellulare il giornalista Fabrizio Graffione informandomi che il sig. Preziosi era stato arrestato. Non ne sapevo nulla perchè non seguo da Bruxelles le cronache radio-televisive locali e in quel momento mi stavo occupando di liberalizzazione dei trasporti ferroviari - questione decisiva per lo sviluppo futuro della Liguria - e Genova, purtroppo, era per me distante molto più delle sei ore che normalmente impiego per raggiungerla ogni settimana.
Sono caduta dalle nuvole e, richiesta di formulare qualche dichiarazione, ho premesso: 1) che non seguivo la vicenda; 2) che non mi occupo di calcio pur essendo sentimentalmente sampdoriana da sempre, nonostante i miei più stretti collaboratori siano tutti rossoblu militanti, e 3) che potevo solo esprimere grande dispiacere per le ricadute negative della vicenda Preziosi sulla Città e la Squadra.
Il senso delle mie parole era: cosa vuole che le dica, mi spiace che una Squadra come il Genoa con la sua storia e la sua presenza importante debba pagare per ciò che accade al suo Presidente e che sarebbe stato meglio non fosse andata così. Dichiarazioni assolutamente banali, al limite della inconsistenza - come capita a chi commenta qualcosa di cui al momento non è informato - e nelle intenzioni un po' consolatorie per i tifosi ma sicuramente prive di scopo offensivo, tanto più che è in corso un'inchiesta della Magistratura.
Nell'articolo comparso su «Il Giornale» del 21 settembre, invece, le mie parole sono state forse interpretate con una enfasi probabilmente esagerata dalle esigenze di titolazione e diventano un'accusa al Sig. Preziosi ed un giudizio sprezzante che non ho mai espresso e neppure pensato. Mi riferisco in particolare alle parole virgolettate nel sottotitolo «La colpa è soltanto la sua». Ritenendo le mie dichiarazioni telefoniche di diverso accento rispetto a quello desumibile, auspico che «Il Giornale» pubblichi questa mia precisazione rivolgendo a voi tutti un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro.
Gent.mo dott. Lussana,
nel tardo pomeriggio di martedì 20 settembre, mentre ero in riunione a Bruxelles, mi ha chiamato sul cellulare il giornalista Fabrizio Graffione informandomi che il sig. Preziosi era stato arrestato. Non ne sapevo nulla perchè non seguo da Bruxelles le cronache radio-televisive locali e in quel momento mi stavo occupando di liberalizzazione dei trasporti ferroviari - questione decisiva per lo sviluppo futuro della Liguria - e Genova, purtroppo, era per me distante molto più delle sei ore che normalmente impiego per raggiungerla ogni settimana.
Sono caduta dalle nuvole e, richiesta di formulare qualche dichiarazione, ho premesso: 1) che non seguivo la vicenda; 2) che non mi occupo di calcio pur essendo sentimentalmente sampdoriana da sempre, nonostante i miei più stretti collaboratori siano tutti rossoblu militanti, e 3) che potevo solo esprimere grande dispiacere per le ricadute negative della vicenda Preziosi sulla Città e la Squadra.
Il senso delle mie parole era: cosa vuole che le dica, mi spiace che una Squadra come il Genoa con la sua storia e la sua presenza importante debba pagare per ciò che accade al suo Presidente e che sarebbe stato meglio non fosse andata così. Dichiarazioni assolutamente banali, al limite della inconsistenza - come capita a chi commenta qualcosa di cui al momento non è informato - e nelle intenzioni un po' consolatorie per i tifosi ma sicuramente prive di scopo offensivo, tanto più che è in corso un'inchiesta della Magistratura.
Nell'articolo comparso su «Il Giornale» del 21 settembre, invece, le mie parole sono state forse interpretate con una enfasi probabilmente esagerata dalle esigenze di titolazione e diventano un'accusa al Sig. Preziosi ed un giudizio sprezzante che non ho mai espresso e neppure pensato. Mi riferisco in particolare alle parole virgolettate nel sottotitolo «La colpa è soltanto la sua». Ritenendo le mie dichiarazioni telefoniche di diverso accento rispetto a quello desumibile, auspico che «Il Giornale» pubblichi questa mia precisazione rivolgendo a voi tutti un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro.
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