Economia

Visco lancia l'allarme: "Salari dei giovani fermi a quelli di decenni fa"

Il governatore della Banca d'Italia: "I salari di ingresso nel mercato del lavoro sono in termini reali pari a quelli di alcuni decenni fa"

Visco lancia l'allarme: "Salari dei giovani fermi a quelli di decenni fa"

"I salari di ingresso nel mercato del lavoro sono oggi in termini reali su livelli pari a quelli di alcuni decenni fa". A lanciare l'allarme è il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco secondo il quale i giovani "che si affacciano oggi sul mercato del lavoro sembrano esclusi dai benefici della crescita del reddito occorsa negli ultimi decenni".

Visco, al congresso dell’Aimmf, Associazione italiana dei magistrati per i monirenni e per la famiglia a Catania, ha poi fatto riferimento alla manovra estiva varata dal precedente governo e ha detto: "Gli interventi adottati dall’estate miglioravano i conti pubblici ma non erano sufficienti: per un riequilibrio strutturale e duraturo è necessario che il Paese torni a crescere".

Per superare il "dualismo del mercato del lavoro" bisogna attuarea una "riforma organica della regolamentazione e della protezione sociale". Il Governatore si concentra soprattutto sugli "assetti della contrattazione più decentrati e flessibili che possono consentire che remunerazione e organizzazione del lavoro siano meglio calibrati sulle concrete condizioni produttive".

E, sostiene ancora Visco, "un’attenzione particolare va rivolta al Mezzogiorno, dove le lacune strutturali sono più gravi. Solo intaccando le nostre debolezze strutturali si può rigenerare l’economia italiana".

Secondo Visco, "la scarsa concorrenza contiene i livelli produttivi e occupazionali in molti settori, deprime la competitività e la capacità innovativa dell’intero sistema, frena il ricambio di un tessuto produttivo ancora troppo frammentato, impedisce ai talenti di esprimersi".

Cosa per fare ovviare a ciò? Per Visco è necessario "un contesto istituzionale che favorisca il dinamismo e la crescita delle imprese, più stabilità e certezza del quadro normativo, un annullamento del ritardo infrastrutturale del Paese, particolarmente nei comparti dell’alta tecnologia".

Visco poi sottolinea come "i problemi economici che ci riguardano sono solo in parte la conseguenza della grande recessione mondiale, hanno invece origini lontane e affondano le radici nei caratteri strutturali della nostra economia; i problemi finanziari di oggi risentono delle politiche di bilancio pubblico seguite in anni passati".

"Il difetto di crescita italiano è in buona parte riconducibile al ritardo e alle incertezze con cui il sistema produttivo ha risposto negli ultimi vent’anni alle sfide dell’innovazione tecnologica, dell’affermarsi sulla scena mondiale di nuove economie, del deciso aumento dell’integrazione europea - aggiunge Visco - Innalzare il potenziale di crescita richiede interventi ad ampio spettro; tra questi, una riforma degli istituti di governo dell’economia per stimolare l’attività d’impresa e l’inserimento durevole nel mondo del lavoro, soprattutto delle donne e dei giovani".

Quali sono le aree di intervento secondo il Governatore? "Più concorrenza, in particolare nei settori dei servizi protetti; un più ampio accesso al capitale di rischio, soprattutto per le imprese innovative; una regolamentazione del mercato del lavoro e un sistema di protezione sociale che, agendo congiuntamente, favoriscano la riallocazione delle risorse umane verso gli impieghi più produttivi; una giustizia civile più efficiente.

Vi è però un ulteriore punto, almeno importante quanto i precedenti: l’aumento della dotazione di capitale umano del nostro paese".

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