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La visita dall'urologo? Anche per l'uomo la regola è prevenire

Ogni anno diagnosticati 450mila tumori prostatici. I dispositivi di Boston Scientific

Viviana Persiani

La parola d'ordine è prevenzione. La campagna dedicata alla salute maschile e alle patologie dell'apparato uro-genitale, sostenuta anche da Boston Scientific, società impegnata nello sviluppo, produzione e distribuzione di dispositivi biomedicali, ne è la prova. La divisione Urology and Pelvic Health dell'azienda, che segue, fra le altre aree terapeutiche, i problemi correlati al tumore alla prostata e l'intero percorso terapeutico di questa patologia - dalla diagnosi al post-intervento -, ha messo a punto dispositivi biomedicali ad alta innovazione per garantire la qualità della vita a coloro che abbiano subito l'asportazione di ghiandole e tessuti dell'apparato genitale.

Ad oggi, le patologie maschili più diffuse sono il carcinoma della prostata, l'iperplasia prostatica benigna, l'incontinenza urinaria e la disfunzione erettile. Per questo, la divisione ha sostenuto, anche nel 2019, il mese di prevenzione della salute maschile. Gli europei hanno scarsa conoscenza delle malattie dell'apparato urologico e ne sottovalutano i sintomi e i segnali di possibili patologie. E gli esperti ricordano come anche l'alimentazione corretta, l'attività fisica e l'abolizione di fumo e di alcol, siano i pilastri della prevenzione primaria. Anche per l'uomo, la nutrizione è un fattore protettivo da varie malattie, come quelle cardiovascolari, il diabete e i tumori. Occorre mantenere un indice di massa corporea minore di 30. Attenzione, quindi, ai grassi saturi, al sale e al colesterolo: il girovita fa presto ad aumentare a causa della formazione di grasso addominale o viscerale, dando vita a un vero e proprio organo endocrino che interviene nella produzione di stati infiammatori. Il dottor Alberto Tagliabue, Responsabile Uos - Unità Operativa Semplice, Neurourologia dell'Ospedale di Magenta, spiega quanto sia importante una diagnosi precoce della malattia prostatica, ricordando che il tumore alla prostata viene diagnosticato ogni anno a 450mila uomini europei. «Purtroppo, non è possibile uno screening di massa perché la valutazione del Psa (Antigene Prostatico Specifico) non è un parametro sufficiente. Sicuramente, il dosaggio dell'Antigene Prostatico è importante per chi ha un'età compresa tra i 40 e i 50 anni, purché con fattori di rischio quali la familiarità. Dopodiché, l'esplorazione rettale è indispensabile; se si manifesta il sospetto, si procede anche attraverso biopsie prostatiche o risonanze. In caso di positività, si attua la terapia che non sarà mai uguale a un'altra, ma personalizzata e condizionata dalla classe di rischio, dall'età del paziente e dalla presenza di co-morbilità. Di certo, non esiste una terapia uguale per tutti: quando il paziente si rivolge al proprio medico, deve poter parlare e illustrare tutti i problemi che vive. A sua volta, il medico deve spiegare con franchezza se e quando si evidenzino situazioni problematiche e quali siano i percorsi terapeutici da affrontare».

Oggi, per fronteggiare le patologie maschili, si ricorre anche a dispositivi biomedicali che possono contribuire concretamente a recuperare funzioni vitali e una buona qualità di vita. Pensiamo, per esempio, al problema dell'incontinenza urinaria (ne soffrono, in Italia, oltre 2 milioni di uomini) e a quanto sia più complesso, ad esempio, ripristinare il pieno controllo vescicale dopo interventi chirurgici come la prostatectomia. Per questo, sono oggi disponibili dispositivi biomedicali quali gli sfinteri urinari artificiali.

Realizzati in maniera da riprodurre integralmente gli organi naturali, i dispositivi vengono impiantati all'interno del corpo, consentendo di ripristinare appieno le funzioni vitali.

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