Roma

Visite ai defunti tra il degrado, tombe devastate dai ladri

Ai furti di fiori e opere d’arte si sono aggiunti quelli di arredi funerari in rame; sorveglianza al minimo in attesa delle annunciate telecamere. Di notte cimitero senza controllo

Gian Piero Milanetti

Con la ricorrenza dedicata ai defunti in questi giorni i cimiteri della capitale saranno presi d’assalto, almeno fino al 5 novembre. Siamo andati a vedere cosa troveranno, tra le tombe del Verano, i parenti in visita a chi non c’è più.
Il degrado regna sovrano. Ai furti di fiori e opere d’arte si sono aggiunti quelli di arredi funerari in rame e delle cassette per le elemosine nelle chiese. L’arrivo delle telecamere anti-ladro, annunciato a marzo, è slittato almeno alla fine dell’anno. Intanto, nonostante l’istituzione da parte dell’Ama dell’ufficio «Sicurezza e custodia», la sorveglianza è ridotta ai minimi termini. È affidata a due vigilesse, una di turno alla mattina e una alla sera. Dopo l’orario di chiusura, il cimitero monumentale, pressoché senza illuminazione, è in totale abbandono, terra di conquista per predatori e vandali. Centinaia dei sepolcri storici del Pincetto e della Rupe Caracciolo, la parte più antica del cimitero, sono devastati dai ladri di tombe e dall’incuria. Le erbacce ricoprono lapidi e scalinate. Sculture e sepolcri sono pericolanti. Antiche cappelle funerarie violate sono ridotte a depositi di scopettoni o rifugi per i gatti. Mentre nugoli di zanzare tigre assediano i visitatori.
Il piano di videosorveglianza per il cimitero monumentale è in ritardo di mesi. Annunciato lo scorso aprile, non sarà attuato, probabilmente, prima del 2007. L’installazione di una rete di telecamere sui 78 ettari del Verano (cui seguirà quella sui 150 del Flaminio) per un costo tra i 600mila e gli 800mila euro, comporta difficoltà tecniche notevoli. Quasi tutto il Verano, infatti, è sottoposto a vincoli delle Belle Arti. Quindi, niente cavi a vista, soprattutto nelle aree più antiche, proprio quelle in cui, a causa della disposizione irregolare dei sepolcri, occorrerebbe un numero più elevato di «occhi elettronici». La soluzione indicata da Vittorio Borghini, ex colonnello dei carabinieri, che dal 2 gennaio scorso dirige i servizi cimiteriali del Campidoglio è la tecnologia wireless. Le telecamere, insomma, dovrebbero trasmettere le immagini via antenna a una centrale operativa dei vigili urbani. Dopo la chiusura dei cancelli le telecamere dovrebbero lanciare l’allarme in caso di movimenti o spostamenti di corpi voluminosi, tenendo conto anche dei gatti che popolano il cimitero, per non far scattare allarmi a ripetizione.
Nel frattempo, il servizio di vigilanza - rivela Borghini - è affidato a 2-4 guardie municipali. Numero insufficiente, fa notare il direttore dei servizi cimiteriali, che vorrebbe più «elementi». In realtà le guardie municipali del terzo gruppo distaccate al Verano (e perlopiù di controllo all’ingresso principale) sono solo due: una vigilessa di mattina e una di pomeriggio. Salvo assenze per motivi di salute. «Ci sono giorni - spiegano le due vigilasse - in cui non c’è nessuno in servizio, perché siamo in malattia. Prima che subentrasse l’Ama, nel 1999, eravamo 15 la mattina e 15 il pomeriggio, con quattro automobili. Adesso dobbiamo perfino usare la nostra auto per i giri di controllo. E comunque, stacchiamo quando il cimitero chiude».
Da metà settembre, di supporto alle due vigilesse, c’è una pattuglia dell’Ama, con due dipendenti. «Siamo in servizio dalle 14,30 alle 17,30, per noi sono tre ore di straordinario. La mattina lavoriamo in un altro settore dell’azienda. Certo, il cimitero è grande da controllare. E poi, anche in caso sorprendessimo un ladro all’opera, non abbiamo alcun potere o autorità e dovremmo solo chiamare carabinieri o polizia». A dare una mano ci sono pure i volontari dell’associazione carabinieri. «Siamo militari dell’Arma in congedo o parenti di carabinieri - spiegano all’associazione - svolgiamo il nostro servizio in divisa e col massimo della professionalità. Certo, il cimitero è così vasto che ci vorrebbe un esercito di 5mila uomini per controllarlo, ma noi facciamo il massimo». Ma i ladri sanno bene come evitare i controlli.

Smontano statue, busti e medaglioni, nel corso della settimana, li nascondono nelle cappelle violate e abbandonate e il sabato, quando si può entrare con le auto, caricano tutto e portano via.

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