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Vissani sulla graticola (del fisco)

Debiti con l'erario per il celebre maestro delle cucine Gianfranco Vissani. Lo ha scoperto la provincia di Trieste che doveva retribuirlo per due serate con un cachet di 10mila euro. La parcella è stata così confiscata dallo Stato

Vissani sulla graticola (del fisco)

Il tema, riconoscerete anche voi, fra pochi istanti è di quelli «appetitosi». Accade che a Maggio, lo scorso Maggio, Gianfranco Vissani, uno fra i noti e amati chef di quell'Italia che sa ancora distinguere una frittata da un'omelette, giunga a Trieste con tanto di valigia degli attrezzi: cucchiai, palette, coltelli e, naturalmente, piatti. Scopo della visita due serate di scuola d'alta cucina, organizzate dalla Provincia nell'ambito della rassegna «Stelle sul territorio» all'Expo Mittelschool.

Così, puntualmente, il «maestro» umbro indossa l’immacolata divisa, si mette all'opera, saltella da un fuoco all'altro, dirige, prepara, impiatta. E poi, dopo aver raccolto applausi e solleticato palati, riparte. Restando comunque in attesa del cachet pattuito, ovvero diecimila euro, per questa sua performance nella città dove tira sempre un discreto vento.

Solo che il piatto, il suo piatto, rimane vuoto. Perché i soldi, quei soldi guadagnati col sudore provocato dalle ebollizioni in cucina, non gli arrivano. E non per colpa dei soliti tempi biblici che si prendono gli enti pubblici quando debbono pagare i fornitori, ma per un ragione, diciamo così, un po' più delicata. Come certe salse che cambiano sapore alla vita.

Tra i doveri imposti dalla legge alle amministrazioni locali che chiedano prestazioni a privati, vi è infatti quello di verificare, prima di effettuare pagamenti, che non esistano debiti, da parte dei loro fornitori, nei confronti dello Stato. Così la Provincia di Trieste, che nel caso in questione figurava tra gli organizzatori dell'evento, al momento di versare il compenso, si è accorta che Vissani aveva pendenze con il Fisco, pendenze tra l'altro superiori alla cifra pattuita per le serate, e ha così deliberato di girare alla sezione Equitalia di Terni, competente per territorio, i diecimila euro pattuiti con Vissani.
Un boccone amaro che il celebre cuoco, colto di sorpresa dall'epilogo di questa vicenda, non sembra intenzionato a mandar giù tanto facilmente: «Non ho pendenze - precisa -, non ho pendenze con nessuno, tantomeno con il fisco. Non so nulla neppure della decisione che sarebbe stata presa nei miei confronti, visto che non mi è arrivata alcuna comunicazione formale. L'unica cosa certa è che a maggio ho avuto due impegni per la Provincia di Trieste, e che per ciascuno di essi avrei dovuto venire retribuito con cinquemila euro mentre il viaggio era a mie spese. Ecco tutto, per quegli impegni io devo ancora essere pagato».

Ma, dall'altro lato della tavola, alla Provincia di Trieste, non si scompongono. E ribadiscono per bocca dell'assessore provinciale al Bilancio, Mariella De Francesco: «Il debito c'è. È stata una procedura automatica, effettuata per qualunque pagamento dell'Ente pubblico, quella che ci ha portato a versare a Equitalia, e non a Gianfranco Vissani, il compenso per le sue due serate a Trieste. D'altra parte sottolinea ancora l'assessore - non c'è nulla di anomalo, è già successo anche con creditori meno famosi, e noi abbiamo l'obbligo di legge di controllare eventuali debiti con lo Stato. Sul sito di Equitalia risulta questo debito di Vissani, e noi non abbiamo potuto far altro che dare precedenza allo Stato». «La pendenza dello chef potrebbe non riguardare strettamente le tasse - spiega l'assessore -. Equitalia riscuote infatti qualunque tipo di cartella erariale e quindi il debito di Vissani potrebbe riferirsi a qualche altro tributo locale.

Se c'è qualcosa che non va Vissani se la deve vedere, quindi, con Equitalia e non con noi».

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