Cronaca locale

La vita è l’arte dell’incontro

La regista Antonacci: un testo che nasce dal confronto fra due identità antitetiche

Valentina Fontana

È possibile portare in teatro se stessi mettendosi in gioco completamente? Sei giovani attori, o meglio sei anime - come suggerisce la regista Pamela Antonacci - hanno provato. E partendo da un testo hanno scelto la parte a loro più vicina contaminandola del proprio vissuto.
Così nasce Eclissi - oggi al Teatro della Memoria -, dall’incontro fra un’autrice e una regista, fra la scrittura e il teatro.
«Lo spettacolo è nato dall’incontro con Pamela alla presentazione del libro Vedere oltre l’apparenza - dice Antonella Lucato -. Il mio libro racconta proprio che la vita è l’arte dell’incontro. Ogni incontro porta con sé il seme di uno scambio che può cambiare la nostra vita. Dal nostro incontro è nato uno scambio tra forme espressive diverse, la scrittura e il teatro da cui ha preso forma Eclissi».
«La sfida è stata proprio quella di portare sul palco - continua la Antonacci - il valore di questo incontro. Non abbiamo interpretato un testo, ma attraverso improvvisazioni, musiche, atmosfere abbiamo messo in scena sei diverse anime in viaggio che si ritrovano in una soffitta, metafora dell’inconscio - senza sapere il perché».
Un viaggio dall’ombra alla luce, un percorso iniziatico alla scoperta dell’indovino dentro di sé, che attraverso una classica operazione del teatro di ricerca, porta alla scoperta di verità oltre l’apparenza.
«Ogni anima sperimenta stati differenti - continua la regista -: dalla paura all’angoscia di affrontare se stessi, fino alla curiosità. Poi il passaggio dal buio alla luce, sottolineato da atmosfere dell’inferno dantesco, indica che per “arrivare alla luce non c’è altra via che la notte”. Così l’arrivo delle verità date dai diversi “incontri”. Si passa dall’incontro con gli altri, a quello con il corpo e con l’indovino dentro di noi, fino ad essere pronti al viaggio, acquisendo quel coraggio che solo la piena consapevolezza del vivere sa darti».


Una scenografia molto semplice - una soffitta e un baule - viene esaltata da un’intesità di colori, musica, parole, corpi che si fondono in un’unica bolla per poi espandersi.

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