Roma

Voci, gioie e dolori della villa di Mafalda, dove finì la «belle epoque»

«Villa Polissena», splendido casale pariolino, fu donato dal re Vittorio Emanuele III a sua figlia, in occasione del matrimonio con il principe Filippo d'Assia. Un'epopea rivissuta nel bel libro della giornalista Mariù Safier, che ha raccolto foto e racconti degli ultimi dei Savoia

Un piccolo casale tra i Parioli e villa Savoia, ricevuto come dono di nozze nel 1925. Fu donato da re Vittorio Emanuele III alla figlia Mafalda, andata in sposa al principe Filippo d'Assia. I due sposi la chiamarono «Villa Polissena», in memoria della principessa Polissena Cristina d'Assia-Rotenburg, seconda moglie di Carlo Emanuele III di Savoia.
Le vicende di questa splendida villa, della principessa Mafalda d'Assia e dei suoi figli, in particolare di Enrico che vi abitò fino al 1998, riemergono in tutto il loro antico splendore e la carica di umanità in un bel libro fotografico curato da Mariù Safier: «Villa Polissena. Da Mafalda di Savoia a Enrico D'Assia» (Editoriale Giorgio Mondadori). È un vero e proprio album di famiglia che, pagina dopo pagina, emoziona al susseguirsi delle scene di famiglia che si alternano ai «ritratti» dei personaggi famosi che frequentarono la villa. Quali la regina Elena, Costantino di Grecia (ospite durante l'esilio seguito al golpe dei colonnelli), Carlo d'Inghilterra e Diana, l'attrice Hepburn (cara amica di Enrico). E poi artisti, direttori d'orchestra e Carla Fracci con il coreografo danese Eric Brun. ricca di fascino anche la carrellata dei preziosi ambienti della villa, immortalati dalle fotografie dell'epoca che esaltano i particolari del giardino all'italiana, la vasca delle ninfee, i salotti sontuosi (un po' biblioteche, un po' gallerie d'arte), le camere da letto e le stanze da bagno tappezzate di fotografie.
Prima della scomparsa, avvenuta nel 1999, «fu lo stesso Enrico d'Assia, pittore e scenografo del Teatro dell'Opera e del Maggio fiorentino che abitò qui per gran parte della sua vita, a insistere per la realizzazione del libro fotografico», ricorda Mariù Safier. Così, in diversi incontri, ha raccontato i ricordi degli anni trascorsi a Villa Polissena alla «cara amica Mariù», che li ha raccolti in questo volume.
Ma a parlare in prima persona, nel libro, è lo stesso Enrico che fa rivivere le splendide stanze e gli angoli nascosti della villa. Si tratta dell'ultimo omaggio di Enrico a quella casa ma anche a Mafalda, la sua mamma adorata, la cui fine tragica ( morì prigioniera nel campo di concentramento nazista di Buchenwald) è stata per Enrico una ferita insanabile. Dal settembre del '43 (cioè da quando Mafalda fu arrestata dai nazisti proprio a Villa Polissena) non l'aveva più vista e seppe della sua morte nel '44 dalla radio.
Oggi nella villa, tornata allo splendore di altri tempi, abita Mafalda d'Assia, figlia di Maurizio, sposata con Ferdinando Brachetti Peretti dal quale ha avuto quattro figli.

L'ultima, Mafalda, lavora per i teatri dell'Opera, come lo zio.

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