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Voleva ricordare l’amico scomparso alpinista trentino muore sul Cerro Torre

Era un misto fra un ricordo, una celebrazione e un ultimo saluto ad un amico. Doveva essere un momento di consacrazione di una passione coltivata da tutta la vita, ma invece si è trasformata in una tragedia, con una valanga che si è staccata dalle cime del Cerro Torre, in Patagonia, e ha travolto e ucciso l'alpinista trentino Fabio Giacomelli, un cinquantunenne che da ormai 30anni affrontava le montagne di tutto il mondo.
A darne la notizia è stato lo stesso compagno di spedizione, Elio Orlandi, con cui voleva portare le ceneri di una figura storica dell'alpinismo italiano, Cesarino Fava, scomparso nel 2008, in cima alla montagna argentina che per primo aveva affrontato assieme a Cesare Maestri, il ragno delle Dolomiti. Un'impresa a cui i due tenevano particolarmente, visto che già tempo fa avevano provato ad affrontare il Cerro Torre, una delle cime più impegnative e ambite al mondo, venendo però costretti a depositare le ceneri poco prima della vetta, bloccati da difficoltà impreviste nella salita.
Un segno del destino, si potrebbe pensare a posteriori. Ma per Giacomelli e Orlandi celebrare quelle due figure, coinvolte in polemiche storiche nel mondo dell'alpinismo proprio per la loro salita sulla cima della Patagonia nel 1959, era un obiettivo irrinunciabile. E così, negli ultimi quattro anni, Giacomelli, innamorato anche di tutte le altre attività che si possono svolgere in montagna, dalla speleologia al kanyoing passando per la mountain-bike, aveva affiancato alle «solite» avventure sulle montagne nostrane, fatte di aperture di nuove vie come quella sulla Parete del Limar-Piccolo Dain nelle Prealpi Trentine della Valle del Sarca, anche scalate sulle vette incontaminate della Patagonia, a cavallo fra Argentina e Cile.
Ma sulle pareti dell'«urlo di pietra» (così è conosciuto il Cerro Torre), la storia si è ripetuta. E come 40 anni fa una valanga strappò alla roccia Toni Egger, terzo compagno di Fava e Maestri, il primo dell’anno è toccato a Giacomelli, che, secondo le prime ricostruzioni, è stato sommerso da una montagna di neve e trascinato a valle, dove soltanto ieri è stato ritrovato da Orlandi.

Purtroppo, senza vita.

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