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Vuelta 2014 3° tappa: Cadiz - Arcos de la Frontera percorso e altimetria tappa

Ricca di insidie la terza tappa della Vuelta 2014, da Càdiz ad Arcos de la Frontera, con una fase centrale mossa e un finale in leggera salita. Tagliati fuori i velocisti puri, spazio a quelli più resistenti e completi. Frazione non complicata per i big, che però dovranno tenere gli occhi aperti

Terza tappa al Giro di Spagna e crescono le difficoltà
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Il livello di difficoltà sale gradualmente in questa edizione della Vuelta e, dopo una frazione piatta, eccone una mossa, ma comunque non troppo impegnativa.

Aumenta pure il chilometraggio, visto che oggi si sfiorano i 200 km. La prima parte presenta solamente un dentello insignificante, poi dal km 80 si comincia a salire, per affrontare il primo Gpm in programma, il Puerto de Galis, di 3° categoria come tutti quelli nel menu odierno. Superata la vetta, c'è un breve falsopiano poi la strada continuerà a salire senza sosta verso il Gpm successivo, l'Alto Alcomocales. Le due ascese misurano 4 e 5 km e sono assolutamente pedalabili.

Dopo la cima del secondo Gpm, c'è spazio per rifiatare lungo la discesa e il falsopiano per una quindicina di chilometri in tutto. Un po' più impegnativo l'Alto del Camino, terzo Gpm che scollina a 900 metri esatti di quota. Coloro che perderanno contatto qui difficilmente potranno recuperare, perché l'ascesa è lunga (13 km) e dopo la cima non si avrà respiro. A metà salita, in località Benaocaz, è piazzato il primo sprint intermedio. Pure stavolta niente discesa dopo lo scollinamento, ma un altro tratto in falsopiano di una dozzina di chilometri, al termine del quale si trova il secondo e ultimo sprint intermedio, a Grazalema, proprio ai piedi dell'ultima salita.

Il Puerto de Boyar non è lungo, appena 4 chilometri, ma è quello con le pendenze più impegnative e in vetta si superano i 1000 metri di altitudine. Dalla cima al traguardo mancano ancora 50 km, 15 dei quali in discesa e se il gruppo non affronterà a tutta il tratto finale si potrà rientrare. Certo, le salite in rapida successione peseranno in particolare sulle gambe degli sprinter puri, che quindi troveranno difficoltà ancora maggiori sulla leggera salita che porta all'arrivo. Se le squadre degli uomini che puntano alla vittoria di tappa non saranno in grado di tenere in pugno la corsa, gli eventuali fuggitivi avranno qualche possibilità, seppur piccola, di farcela.

Un finale del genere strizza decisamente l'occhio a Peter Sagan, sfortuna permettendo. Pure John Degenkolb e Michael Matthews potrebbero dire la loro, soprattutto l'Australiano autore di una stagione finora positiva. Esiste, però, anche la possibilità che qualcuno tenti di anticipare la volata, e pensiamo a Philippe Gilbert e Fabian Cancellara, corridori esperti che sanno come beffare il gruppo lanciato.

Tre gli Italiani che potrebbero trovarsi a loro agio su un arrivo di questo tipo: Pozzato, Bennati e Gatto.

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