Cronaca locale

Un weekend a teatro tra lirica high tech e lezioni di democrazia

Buste recapitate chissà da chi, lezioni di democrazia, inganni d'amore, ragazzi soffocati dal troppo sentimento e zii ricchi che diseredano i nipoti. Storie che diventano dramma, nonsense, opera buffa riveduta e corretta, commedie tragiche e tragicommedie, comunque sia teatro e lirica d'autore. Chi ama le rappresentazioni impegnate in questi giorni ha a disposizione un ventaglio di allestimenti dalla denominazione d'origine controllata.
A cominciare da Reve d'automne (Sogno d'autunno), l'ipnotica opera del drammaturgo norvegese contemporaneo Joe Fosse riletta dal grande regista francese Patrice Chéreau (al Teatro Strehler fino a domenica 10 aprile, info al 848.800304 oppure www.piccoloteatro.org). L'atmosfera non è delle più allegre: Valeria Bruni Tedeschi e Pascal Greggory, entrambi soprattutto attori di cinema, interpretano, in francese, una donna e un uomo che si rivedono ad un funerale e insieme compiono un viaggio commosso tra passato e futuro, tra vita e morte, tra inganni d' amori e desideri logorati. Atmosfera grottesca e lezioni di democrazia sono racchiuse invece, ne La busta: lo spettacolo, in scena al Teatro Franco Parenti (fino a domenica, informazioni allo 0259995260, oppure www.teatrofrancoparenti.it), racconta l'arroganza del potere attraverso un gioco sarcastico e un dialogo che corre sul filo dell'assurdo, come l'ha ideato il drammaturgo Spiro Scimone, autore nel repertorio della Comèdie francaise, e il regista Francesco Sframeli, che sono ormai una coppia artistica consolidata oltre che interpreti dello spettacolo (oggi a mezzogiorno parleranno de L'assurdo, il comico e il grottesco nel teatro di Scimone Sframeli all'Università Statale, mentre domenica alle 19.30 dopo lo spettacolo incontreranno il pubblico). Cosa accade in scena? Il destinatario di questa busta, solo contro tutti, come un personaggio kafkiano, vuole sapere chi gliel'ha inviata, ma si trova intrappolato in un'anticamera inquietante dove si mettono in gioco la dignità dell'uomo e le facoltà mentali. Ma a distruggere le persone dall'animo puro può essere anche l'affetto invadente, come capita a Malcolm, un ragazzino rimasto solo al mondo, protagonista di La vita in un giorno che Giovanni Sacchetti ha liberamente tratto dal romanzo dello scrittore americano James Purdy (al Teatro Litta fino al 1 maggio, info 028055882, oppure www.teatrolitta.it): Malcolm viene notato da un astrologo invadente che decide di trovargli un posto in società e per questo ogni giorno lo mette in contatto con personaggi misteriosi e ambigui, da un impresario di pompe funebri ad una miliardaria alcolista, da un ex galeotto amante del jazz ad una rockstar che con il loro affetto geloso e invadente gli faranno però perdere la sua innocenza.
Dalla prosa alla lirica con Don Pasquale, l'opera buffa in tre atti di Gaetano Donizetti, ultimo appuntamento della stagione lirica del Teatro Smeraldo, in scena sabato 9 e domenica 10 aprile (per informazioni 0229006767 oppure www.teatrosmeraldo.it). Si tratta di una rivisitazione della celebre opera, rappresentata la prima volta a Parigi nel 1843, che punta al futuro grazie alla regia high tech di Mario Riccardo Migliara: il mix tra scenografie plexiglass, illuminazioni led e classicissime note eseguite dagli strumentisti dell' Orchestra Filarmonica di Milano racconta con anticonformismo la storia di Don Pasquale, un ricco settantenne pronto a diseredare il nipote Ernesto che non vuole sposare una nobile zitella perchè è innamorato di Norina, vedova giovane e carina.

È l'inizio di una serie di intrighi, di scambi d'identità, di camuffamenti, con al centro sempre lui, Don Pasquale, «cantato» da Orazio Mori che dopo aver calcato le più importanti scene liriche del mondo, dalla Scala al Metropolitan, qui balla su un cubo di plexiglass per amore di un Donizetti del Duemila.

Commenti