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Collegi di Pavia preda dei goliardi: scarafaggi, nudità e umiliazioni

Dalla lettera di un ex studente dei collegi pavesi emerge una realtà tremenda: "Gli studenti sono umiliati con bigné allo sperma e risotti agli scarafaggi, per chi si ribella si apre un calvario senza fine"

Studenti di un college americano in un'immagine di archivio
Studenti di un college americano in un'immagine di archivio

Pratiche disgustose, da voltastomaco. Nei collegi di Pavia le manifestazioni goliardiche hanno raggiunto vette inarrivabili.

Fra le "prove" imposte agli studenti più giovani per "accedere" all'anno successivo ci sono teste infilate nella tazza del water; bignè imbottiti di sperma e studenti costretti a denudarsi per essere cosparsi di lucido da scarpe; un risotto con scarafaggi cotti.

Un'incredibile serie di umiliazioni raccolte nella lettera-denuncia di un ex allievo del celebre collegio Borromeo, che porta il nome di una delle più blasonate famiglie dell'aristocrazia lombarda: a prendere carta e penna è stato Tommaso Pepe, che ora insegna alla Brown University, negli Usa.

Come riferisce La Provincia Pavese, al Borromeo come negli altri collegi della città ogni anno sarebbero sottoposti a tremendi "giochi goliardici" decine e decine di studenti.

Chi è più piccolo deve fare atto di sottomissione ai più anziani, passando per umiliazioni traumatiche e a volte anche violente.

La testimonianza choc

"Parlo per esperienza serenamente lasciata alle spalle - scrive Pepe - essendo stato d'uno di quei collegi allievo per cinque anni, dal 2007 al 2012. Non vi sarebbe che l'imbarazzo della scelta: dagli ormai (tristemente) celebri bignè imbottiti di sperma dati in pasto ad alcuni allievi del Borromeo nella primavera del 2010 sino alle sessioni notturne in cui studenti obbligano altri studenti a denudarsi, cospargendoli di lucido da scarpe, o a infilare la testa nella tazza del water in una pioggia d'insulti." In nome della tradizione, accusa l'ex allievo del Borromeo, si condannano le matricole e gli studenti dei primi anni a un "miscuglio di naia militare, campo di rieducazione di stile sovietico o nazista e primitivo rito d'iniziazione." "Il nuovo arrivato non ha diritto di rifiutarsi di subire le umiliazioni, mentre la sua integrità morale viene offesa nei modi più assurdi e talvolta apertamente sadici. Per le prime due settimane i ragazzi sono costretti a sopportare intere nottate (dalla mezzanotte sino alle cinque o sei del mattino) fatte di insulti, idiote prove fisiche (cento, duecento, trecento flessioni per serata), obbligati a stare in ginocchio o stesi per terra."

Chi si ribella, spiega Pepe, è costretto a subire umiliazioni continue o a lasciare i collegi.

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