Polizia Usa uccide donna incinta: manca il video, il caso decade

Più volte i filmati catturati con gli smartphone e condivisi in rete hanno scatenato infiniti dibattiti su azioni brutali commesse dalle forze dell'ordine, ma in California una cruenta e ingiustificabile morte è passata del tutto inosservata, perché manca il video.

Degli agenti della polizia Usa sotto copertura, vestiti in borghese e armati di fucili AR-15, hanno teso un'imboscata a un'auto con all'interno degli adolescenti, uccidendo una donna di soli 16 anni, incinta e disarmata. Si chiamava Elena Mondragon, ragazza che era seduta sul sedile riservato al passeggero, colpita a fuoco senza alcuna ragione.

La polizia ha dichiarato che gli agenti stavano tentando di arrestare un diciannovenne di nome Rico Tiger, ricercato per diverse rapine a mano armata: secondo la loro ricostruzione dei fatti, il giovane guidava il veicolo in cui si trovava l'adolescente incinta, precedentemente denunciato per furto. Tiger avrebbe avuto il tempo di mettere in moto l'auto e allontanarsi, così gli agenti avrebbero deciso di sparare, colpendo la giovane.

Sebbene sia ampiamente noto come la polizia statunitense non abbia il permesso di sparare contro veicoli in fuga, i poliziotti si sono difesi, sottolineando di essere passati all'azione per timori sulla loro incolumità. Il pubblico ministero locale ha accettato questa tesi, stabilendo come giustificata l'uccisione della futura mamma.

I fatti non sarebbero però andati così, secondo l'avvocato che si è occupato della causa contro i poliziotti: la causa sarebbe stata archiviata solamente perché nessuno ha registrato un video dell'accaduto. Di conseguenza, quanto raccontato dalla polizia è stato sufficiente per scagionare gli agenti da ogni accusa.

La sentenza ha dato il via ad alcune manifestazioni contro la violenza delle forze dell'ordine, comuni negli Usa, dove episodi del genere accadono di frequente.