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Yara massacrata a pugni Poi è stata strangolata

L'assassino ha picchiato a sangue Yara. Poi, quando la ragazza era ormai in stato di incoscienza, l'ha strangolata usando entrambe le mani. Dopo la morte ha infierito sul corpo con un coltello

Yara massacrata a pugni  
Poi è stata strangolata

Milano - E' una verità sconvolgente quella che emerge dall'autopsia effettuata sul corpo di Yara Gambirasio. La ragazza è stata prima massacrata di botte, con inaudita violenza. Molto probabilmente ha perso conoscenza. A quel punto è stata strangolata. Infine, sul corpo ormai senza vita, si è infierito con un coltello. Una sequenza raccapricciante da film horror. Eppure è la triste verità...

Strangolata Dopo averla tramortita a forza di botte l'assassino ha serrato la gola della ragazza, con entrambe le mani, fino a toglierle la vita. A confermarlo sono i segni di forte pressione sulla gola rilevati dal medico legale. Lo rivela l’anatomopatologa Cristina Cattaneo incaricata dell’autopsia sul corpo della ragazza. L’indiscrezione è pubblicata dal settimanale Oggi in edicola da domani.

Prima massacrata a pugni "Prima di strangolarla l’assassino l’ha massacrata a pugni come dimostrano due vistose ecchimosi sotto gli occhi - si legge nelle anticipazioni del settimanale - e un colpo tremendo alla tempia sinistra. Quando è stata strangolata Yara era in stato di incoscienza. Non si difendeva più. Ed era già morta quando l’assassino ha infierito sul suo corpo con un coltello. La vittima, infatti, non ha perso una goccia di sangue".

Le analisi sui dna La Procura di Bergamo che indaga sull’omicidio ringrazia i volontari che in questi giorni, saputo dei dna che si stanno raccogliendo a Brembate Sopra (Bergamo), si sono presentati spontaneamente per farsi sottoporsi ai test. "Grazie, ma per ora è prematuro". Un gesto apprezzato, quindi, nonostante riguardi poche decine di persone, soprattutto genitori di ragazzi che frequentano il Palazzetto dello sport di Brembate Sopra e persone della cerchia dei conoscenti della famiglia Gambirasio.

Per ora i test vengono eseguiti in modo ampio ma mirato al gruppo di persone che Yara potrebbe aver incontrato prima di lasciare il centro sportivo quel 26 novembre scorso, prima di scomparire, per confrontarli con le tracce trovate su un guanto rinvenuto nella tasca del giubbotto dopo il ritrovamento del suo corpo in un campo incolto a Chignolo d’Isola (Bergamo).

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