Yokohama, priorità è l’efficienza grazie a BluEarth e Geolander

Attesa dal mercato come una rivoluzione, la nuova etichetta europea grazie alla quale da novembre potremo distinguere tra i diversi pneumatici in base alla loro scorrevolezza, ossia all'efficienza energetica, e alla capacità di frenare sul bagnato, oltre che alla silenziosità di marcia, vede già schierate le principali case produttrici.
Tra quelle pronte a un'ampia offensiva, come testimoniato dal Salone internazionale dell’automobile di Ginevra, c'è la giapponese Yokohama, che sulla linea «verde» sta puntando forte, sulla scorta degli sviluppi della tecnologia BluEarth. Il perché è chiaro: gomme più efficienti, a parità di prestazioni sul fronte della sicurezza, portano a consumi (ed emissioni) inferiori, e spesso pure a maggiori percorrenze: è quanto l'automobilista medio si augura, soprattutto in tempi difficili.
Ecco allora, da un lato, il tradursi dei concetti sottesi a BluEarth, inizialmente riservata a uno sparuto novero di vetture ibride ed elettriche, nell'omonima e più ampia serie siglata Ae-01, destinata alle city-car e disponibile in 40 dimensioni (da 155/80R13 a 205/55R16): rispetto alla precedente A.drive, i dati di targa dichiarano durata e prestazioni simili, minore rumorosità e soprattutto una resistenza al rotolamento inferiore del 20%. Dall'altro, una nuova declinazione della medesima tecnologia, usata per le inedite Geolandar Suv G055, rivolte ai crossover e ai 4x4 urbani di taglia compatta con cerchi da 15 a 20 pollici.
In tutto, 27 misure con indici di velocità H e V (210 e 240 chilometri orari), che promettono performance analoghe a quanto fornito su asciutto e bagnato dalle coperture Geolandar H/T-S pensate per gli Sport utility vehiche di maggiori dimensioni, ma con sensibili miglioramenti rispetto ai tre parametri in etichetta.
Mescole, profilo e battistrada, infatti, adottano gli stessi principi utilizzati anche nella gamma BluEarth Ae-01, così come derivati dal concept, seppure con alcune differenze: il compound nano Blend è il medesimo, contraddistinto da un doppio comportamento, per cui nel normale rotolare, come spiega Yokohama, mantiene la gomma più fredda di una copertura non «eco-friendly» a vantaggio della scorrevolezza, e quando la richiesta di grip aumenta (come in frenata) si scalda invece altrettanto rapidamente. Merito delle caratteristiche e dei particolari legami tra polimeri e silice nonché dell'impiego del succo della buccia d'arancia, le cui molecole sono simili a quelle della gomma naturale. E se il disegno del battistrada è pressoché analogo, l'Ae-01 si spinge più in là con fianchi aerodinamici e una struttura più leggera (10% di peso in meno dell'A.drive).
A dare il polso di una ricerca che esplora frontiere sempre nuove, ecco i tre prototipi della casa giapponese: grazie a un battistrada disegnato come una serie d'impronte digitali, e dunque con incavi concentrici, Shi-Mon dovrebbe garantire un grip a 360 gradi, valido su fondi scivolosi come bagnato, neve e ghiaccio, mentre il disegno a nido d'ape di Honeycomb potrebbe adattarsi a una gomma all-season, in virtù degli intagli onnidirezionali.


Yuragi, invece, scolpito con forme d'onda simili alle vibrazioni di acqua e aria, diverrebbe il campione di pneumatici più confortevoli e silenziosi.

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