Economia

Zaleski chiude la partita con le banche: sui debiti un paracadute per 12 mesi

GOVERNANCE Il finanziere lascerà il cda, dove siederanno 6 membri, 3 dei quali nominati dalle aziende di credito

Dopo una lunga notte di trattative Romain Zaleski strappa l’accordo con le principali banche italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi e Bpm) e ottiene un anno di tregua per il rientro del debito. Il finanziere franco-polacco rimborserà di tasca propria 1,3 miliardi di debiti contratti con Bnp Paribas e Royal Bank of Scotland senza chiedere aiuto alle banche italiane. In particolare la Carlo Tassara, la holding di Zaleski, ripagherà i due istituti esteri attingendo risorse dall'aumento di capitale da 200 milioni appena varato e cedendo partecipazioni. La holding è caduta al centro dei riflettori perché nella sua cassaforte racchiude i pacchetti strategici per gli equilibri della grande finanza italiana come il 5% di Intesa, il 2% di Generali, il 2% di Mediobanca, il 2,5% di A2A e il 10% di Edison. Ma a fronte di un portafoglio quotato di 3,6 miliardi (comprese le partecipazioni estere) e altri 1,5 miliardi di attività non quotate, si trova debiti per 5,4 miliardi. Il fallimento della holding metterebbe a repentaglio non solo Zaleski ma anche le quotazioni delle società partecipate che verrebbero messe in liquidazione. Ipotesi ora scongiurata. Anche se il fatto che una quota di Intesa e probabilmente Generali (sulle quali sono state stipulate opzioni put) siano destinate a finire in vendita ha ieri condizionato l’andamento dei titoli in Borsa, trascinandosi dietro il listino. Tuttavia, in serata, nelle sedi delle banche coinvolte (che dovranno ora tutte ratificare l’intesa), prevaleva la soddisfazione per la chiusura del dossier e per il fatto che nemmeno un euro di nuovi crediti è stato stanziato.
Trovare un’intesa era nell’interesse di tutti. Secondo quanto svela una fonte finanziaria: «Dopo 11 ore di trattative si è raggiunto un accordo in 4 punti che prevede: una tregua di un anno concessa alla Tassara per la riduzione della sua esposizione, il posticipo del pagamento degli interessi, la compartecipazione delle banche al ricavato della vendita delle partecipazioni e una nuova governance». Per essere definitiva l’intesa dovrà passare al vaglio delle altre banche creditrici.
Procediamo con ordine. Il primo punto non protegge i crediti della Tassara holding di Lussemburgo: Zaleski dovrà rimborsare 600 milioni di euro a Unicredit. Secondo indiscrezioni, per il rientro di questo debito, il finanziere si è impegnato a vendere le partecipate estere: Vinci, Accelor-Mittal senza toccare quelle italiane. L’esposizione del gruppo guidato da Alessandro Profumo nella Tassara scenderà così da 1,7 miliardi attuali ai 1,1 miliardi. Il secondo punto dell’intesa riguarda gli interessi. Non ci sarà, come si vociferava nei giorni precedenti, un «congelamento» degli interessi che invece continueranno a maturare, il loro pagamento verrà però differito di un anno. Ancora, e questo è stato il punto più discusso, Zaleski ha ottenuto di non dover condividere le eventuali plusvalenze da capital gain con gli istituti di credito, ma alle banche andrà una commissione sulle partecipazioni vendute.
È stata trovata, infine, un'intesa sulla governance della Tassara, che dovrebbe essere retta da un cda con 6 membri, tre espressione delle banche e tre nominati da Zaleski. Sarebbe comunque necessaria una maggioranza qualificata per assumere decisioni strategiche. Gli accordi prevedono inoltre che le dimissioni di un consigliere espressione degli istituti di credito comporterebbero il venir meno dell'impegno a concedere un anno di tregua sulle linee di credito della Tassara.

Zaleski infine avrebbe deciso di rinunciare alla carica di presidente a favore del banchiere Pier Francesco Saviotti.

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