Cronaca locale

Zhang Xian sul podio dell'Orchestra Verdi con il Requiem di Brahms

Appuntamento in Auditorium Cariplo con il penultimo «trittico» della stagione per l'ensemble e il coro sinfonico

Il primo concerto del mese di giugno dell'Orchestra Verdi, penultimo di una stagione particolarmente densa e nutrita, è l'occasione per ascoltare un brano di indiscussa celebrità e al tempo stesso ambiguità nel panorama della musica tedesca della seconda metà dell'Ottocento, Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms. Torna all'Auditorium di Milano il direttore musicale della Verdi Zhang Xian, dopo i suoi recentissimi impegni alla guida delle maggiori orchestre europee, tra cui Orchestre Philharmonique de Radio France, Royal Stockholm Philharmonic Orchestra, London Symphony Orchestra, Norddeutscher Rundfunk (NDR) Hamburg, Tonhalle Orchestra Zurich, BBC Philharmonic Orchestra.
Sul palco anche il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi guidato da Erina Gambarini, insieme con il soprano Sibylla Rubens e al baritono David Wilson Johnson. Appuntamento dunque all'Auditorium Cariplo di largo Mahler per giovedì 2 giugno (ore 20.30), venerdì 3 (ore 20) e domenica 5 )(ore 18, info 02.83389401/2/3, www.laverdi.org).
Ein deutsches Requiem è uno dei lavori più imponenti del tormentato Brahms. Fu composto il un lungo periodo: il primo pensiero attorno alla possibilità di comporre una Messa per i morti risale al 1857, a seguito della morte di Robert Schumann, poi ripensato con più determinazione in seguito ala morte della madre nel 1865; infine portato a termine nel 1867.
Non pensato come musica eminentemente liturgica, il Requiem tedesco è sì rivolto a chi ha lasciato la vita sulla terra, ma è soprattutto uno spunto di riflessione per chi sulla terra è costretto a rimanere e a fare i conti con il male di vivere quotidiano. Il fine ultimo è una sorta di invocazione alla pace eterna, ma nei fatti ci si avvicina maggiormente al raggiungimento di una pace interiore e all'accettazione di quel che verrà dopo la morte.
Ein deutsches Requiem non ha alcuna finalità liturgica, nonostante la scelta dei testi sia ricaduta su brani tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento; dei sette tempi (o meglio, episodi), solo il sesto potrebbe essere paragonato ad un Dies irae, mentre gli altri sono costruiti su un'intima e personale religiosità, quale era quella brahmsiana, tradotta musicalmente nella fusione tra rigido rispetto delle regole contrappuntistico-sinfoniche e strutture popolari tripartite che sono proprie della forma liederistica. Ein deutsches Requiem per soli, coro e orchestra, op 45 fu completato da Johannes Brahms tra il 1866 e il 1867.

Musicalmente, è l'opera vocale di maggior rilievo di Brahms, che lo incoraggiò verso il monumentale sinfonismo degli ultimi anni, soprattutto dopo il successo della prima esecuzione completa (la prima parziale fu il 1° dicembre 1867 sotto la direzione di Herbeck), il 18 febbraio a Lipsia, sotto la direzione di Carl Reinecke.

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