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Il pm spegne la centrale dei De Benedetti

La magistratura sequestra la Tirreno Power e impone la chiusura dell'impianto a carbone: "Inquina, società negligente"

Leggi il testo della sentenza del Tribunale di Milano n 8289/2017 che ha giudicato diffamatorio il presente articolo

C'è un nesso di causalità tra le emissioni nocive della Tirreno Power, la centrale a carbone di Vado Ligure controllata per il 39% da Sorgenia, e la morte di 450 persone per patologie cardiache e respiratorie. «Senza la centrale quelle persone sarebbero ancora vive», aveva detto una ventina di giorni fa il procuratore di Savona, Francantonio Granero. La procura ligure ha chiesto ieri il sequestro degli impianti che il gip ha concesso senza esitare. Ieri pomeriggio è stato avviato lo spegnimento dei due gruppi a carbone, operazione che richiede dalle 22 alle 26 ore. Resta in funzione soltanto un gruppo alimentato a gas.
Due sono le inchieste aperte dai pm che indagano da alcuni anni: disastro ambientale e omicidio colposo plurimo. Quest'ultima è contro ignoti, mentre nella prima sono indagati tre dirigenti di Tirreno Power, società che nel 2002 rilevò la centrale a carbone di Vado dall'Enel. Allora il socio di maggioranza era Sorgenia, società energetica del gruppo Cir di Carlo De Benedetti, artefice della cordata tutta italiana che mise a segno l'acquisizione dopo la liberalizzazione del settore voluta dal ministro Pier Luigi Bersani. Nel 2007 nel capitale di Tirreno Power entrò il gruppo francese Suez con il 50% mentre Sorgenia è scesa al 39. Sorgenia fa capo alla famiglia De Benedetti tramite il gruppo Cir, il cui controllo Carlo De Benedetti ha ceduto ai figli mantenendo la presidenza onoraria. Oggi Sorgenia è piombata in una gravissima crisi finanziaria (come la stessa Tirreno Power) con un debito di 1,9 miliardi di euro verso 21 banche. «La vicenda è, secondo me, in fase di definizione. Sono fiducioso», ha detto ieri l'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, uno degli istituti più esposti.
L'ordinanza di sequestro è durissima con i gestori dell'impianto. Gli interventi per abbattere le emissioni sono definiti «specchietti per attirare le allodole», perché i gruppi a carbone, vecchi di 40 anni, sono sempre stati usati a pieno regime. Il gip Fiorenza Giorgi sottolinea che alle intenzioni di Tirreno Power di mettersi in regola non sono mai seguiti i fatti. Soltanto «se si ricorrerà alle migliori tecnologie in grado di limitare le emissioni e di stare nei limiti delle prescrizioni» gli impianti di Vado potranno tornare a funzionare. Il gip fa proprie le rilevazioni dei pubblici ministeri di Savona, secondo i quali la centrale ha superato i limiti imposti dall'autorizzazione integrata ambientale mentre manca del tutto il sistema di monitoraggio a camino che doveva essere completato entro il 14 settembre scorso. Il comportamento della Tirreno Power è definito «negligente». L'anno scorso la società, accampando difficoltà di approvvigionamento, aveva addirittura chiesto di poter utilizzare un olio combustibile più inquinante.
Il provvedimento si basa su due perizie ordinate dalla procura durate un anno e mezzo. In base alla morfologia della zona (correnti, rilievi montuosi, venti) e alle analisi sui licheni collocati in zona, è stata redatta una «mappa del rischio» in cui è stato registrato un forte aumento di patologie cardiache e respiratorie, con oltre 2mila ricoveri ospedalieri e circa 450 morti in più rispetto alla media. I consulenti non hanno esaminato i decessi per tumore, di cui pure sarebbe rilevabile una crescita, perché è più difficile dimostrare il legame con le emissioni delle ciminiere a carbone.
Con una nota, Tirreno Power fa sapere che «intende continuare a operare nel pieno rispetto della legge, difendendo il suo diritto a fare impresa in modo responsabile, così come ha sempre fatto. Il provvedimento di sequestro è complesso, è allo studio dei tecnici e dei legali, che lo stanno valutando in tutte le sue implicazioni». Quanto ai contenuti del provvedimento del gip, la società dice che potrà esprimersi «solo nelle prossime ore quando sarà stato esaminato con la necessaria attenzione».


È il debito di Tirreno Power, in scadenza a giugno. Nei giorni scorsi era stato annunciato un nuovo piano industriale


Sono i morti che, secondo la procura, sarebbero riconducibili alle emissioni inquinanti della centrale tra 2000 e 2007


È la quota che Sorgenia detiene in Tirreno Power, la società di Vado Ligure che i pm di Savona hanno sequestrato

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