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Dopo l'architetto, il notaio. Quei professionisti Expo al servizio del privato Sala

Il commissario-candidato ha usato per attività personali anche lo studio che aveva ricevuto incarichi dalla società organizzatrice dell'evento

Dopo l'architetto, il notaio. Quei professionisti Expo al servizio del privato Sala

Ci risiamo. Zitto zitto il commissario unico dell'Expo ancora in carica, Giuseppe Sala, ha dato vita a una nuova società di consulenza «strategica, operativa e finanziaria». Si chiama Finalter Spa e come oggetto sociale ha l'organizzazione e la promozione di eventi. Lo ha rivelato ieri il sito Altreconomia.it, noi siamo andati a verificare sulla banca dati della Camera di commercio ed è tutto vero: sede legale in via santa Maria Fulcorina 15, un capitale sociale di 50mila euro, tre amministratori (tra cui il vice di Sala in Expo 2015 Spa, Pietro Galli) e due soci ovvero Sala, con il 20%, e la Cinque G Società semplice di Talenti Elena, con il restante 80% delle azioni. Ma ci sono altri due dettagli interessanti: l'atto costitutivo della Finalter è stato stipulato dai soci il 23 dicembre scorso davanti al notaio Filippo Zabban in via Rovello 2 a Milano. Chi è Zabban? È lo stesso notaio dell'ufficio milanese Zabban Notari Rampolla che il 1 dicembre del 2008 aveva messo il sigillo alla nascita della Expo 2015 spa. E lo stesso studio, fa notare Altreconomia, «figura tra i beneficiari di affidamenti da parte della società che ha organizzato l'Esposizione per un valore di oltre 124mila euro tra il 2012 e il 2015». Non solo. Chi «abita» nel palazzo di via Rovello 2? La sede della stessa Expo 2015.

Come si concilia Finalter Spa con la carica ricoperta in Expo 2015 Spa? Alla domanda ricevuta al telefono dal giornalista di Altreconomia, Sala ha risposto: «Il 31 gennaio finisce il mio lavoro nella spa. Il fatto che io porterò o meno la mia opera professionale a Finalter dipenderà, ovviamente, dall'evoluzione della mia candidatura a sindaco di Milano». Da circa 8 anni Sala è anche azionista («un puro investimento») della Kenergy, società amministrata, tra gli altri, da ZZ, già presidente del collegio sindacale di Arexpo Spa e recentemente indagato nell'ambito della bancarotta della Banca popolare di Garanzia di Padova.

Eppure solo pochi giorni fa il candidato alle primarie del centrosinistra, in audizione a Palazzo Marino, aveva promesso: «Nessun altro caso De Lucchi, non ci sono altri casi di aziende o professionisti che abbiano lavorato anche me». Il riferimento è alle rivelazioni del Giornale sul suo utilizzo dell'archistar Michele De Lucchi per farsi ristrutturare la villa al mare di Zoagli. Cui si aggiunge l'uso degli uffici Expo, sempre quelli di via Rovello 2 a due passi da piazza Cordusio, per un incontro elettorale con la comunità ebraica con tanto di foto postata su Facebook da un consigliere comunale del Pd. Sempre ieri, intanto, l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, ora capogruppo di Fratelli d'ItaliaAlleanza Nazionale in Regione, ha attaccato il commissario uscente: «Ci manda la ricostruzione del patrimonio netto che tutti conosciamo da tempo, mentre svia ulteriormente sulle questioni fondamentali». Riferendosi alla lettera inviata ai presidenti Gabbai (Commissione Expo) e Pagliuca (Commissione verifica e controllo aziende a partecipazione comunale) in cui Sala ha chiesto l'elenco dei quesiti, dubbi e precisazioni emersi durante la commissione congiunta di lunedì. «Commissione in cui lui era presente!», attacca De Corato.

Il confronto è rinviato alla seduta straordinaria del Consiglio comunale che si terrà entro l'8 febbraio.

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