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Woodcock censurato dal Csm per Consip Ma è assolto per la gestione dell'inchiesta

Nessuna sanzione per la Carrano. E a Firenze prima udienza per i Renzi

Woodcock censurato dal Csm per Consip Ma è assolto per la gestione dell'inchiesta

Roma Per il caso Consip il pm napoletano John Henry Woodcock è stato censurato dal Consiglio Superiore della Magistratura.

La sanzione che gli è stata inflitta dall'organo di autogoverno dei giudici e che prevede una dichiarazione formale di biasimo è legata ad alcune frasi, pubblicate su Repubblica, riferite alle accuse di falso contestate dalla Procura di Roma all'allora capitano del Noe Gianpaolo Scafarto e per le quali ha mancato al dovere di riserbo comportandosi in modo gravemente scorretto nei confronti dell'allora capo facente funzione della Procura di Napoli, Nunzio Fragliasso, che lo aveva invitato alla massima riservatezza sulla vicenda in un momento particolarmente delicato, in cui la parte «politica» dell'inchiesta era stata stralciata e trasmessa a Roma per competenza. Per l'altro capo di incolpazione, che riguardava più direttamente la gestione dell'indagine sulla corruzione nella centrale acquisti della pubblica amministrazione, Woodcock è stato assolto e con lui la collega Celestina Carrano, totalmente scagionata (per la pm era stata sollecitata la sanzione più lieve dell'ammonimento). I due magistrati erano accusati di aver violato i diritti di difesa nei confronti dell'ex consigliere di Palazzo Chigi, Filippo Vannoni, che non era stato iscritto nel registro degli indagati mentre per il pg della Cassazione Mario Fresa, che rappresentava l'accusa, ci sarebbero stati i presupposti per farlo. Il 21 dicembre del 2016 Vennoni era stato interrogato come testimone senza l'assistenza di un legale e con metodi ritenuti lesivi della sua dignità. L'assoluzione su questo punto non ha soddisfatto Fresa, che si riserva di valutare il ricorso in Cassazione. Lo stesso potrebbe fare l'ex procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, difensore del pm napoletano: «Leggeremo le motivazioni, ma ricorreremo sicuramente in Cassazione».

I virgolettati apparsi su Repubblica secondo Fresa avrebbero interferito anche con l'inchiesta della Procura di Roma, che nel frattempo aveva ereditato il fascicolo. Ma questa contestazione è stata esclusa e la censura per il pm partenopeo è arrivata solo per la scorrettezza nei riguardi del procuratore Fragliasso. Woodcock si era difeso davanti alla sezione disciplinare, prima della sentenza, ribadendo che il colloquio con la giornalista sarebbe dovuto rimanere privato: «Sono stato ingannato e tradito. Se questo debba essere causa di una mia condanna lo lascio decidere alla serenità della vostra camera di consiglio».

In questa inchiesta era stato coinvolto anche Tiziano Renzi, ma la sua posizione è stata archiviata. Adesso il papà dell'ex premier ha altri guai giudiziari. Ieri a Firenze si è aperto il processo che lo vede imputato con la moglie Laura Bovoli per false fatture, un'inchiesta diversa da quella che li ha fatti finire agli arresti domiciliari. Un'udienza lampo, quella di ieri, per individuare il perito che dovrà trascrivere le intercettazioni ambientali e stilare il calendario del processo.

I coniugi Renzi ieri non erano in aula perché non era richiesta la loro presenza.

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