Calcio

La Fiorentina è in finale di Conference League

La Fiorentina di Italiano è di nuovo in finale e stavolta prenota in direttissima il volo per Atene: la Viola ha la meglio sul Club Brugge col rigore del Vichingo Beltrán, a due passi dal novantesimo

La Fiorentina è in finale di Conference League
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La Fiorentina è in finale di Conference League: volo diretto per Atene per la Viola di Vincenzo Italiano, che conquista, con fatica e determinazione, la seconda finale europea consecutiva. Il sogno è ad un passo.

Nel più singolare dei mercoledì solitamente riservati alla Champions, si fa avanti prepotente un ritorno assolutamente apertissimo di semi-finale di Conference – la Fiorentina per riscattarsi, col rammarico di non averla chiusa, in casa propria; il Club Brugge per dimostrarsi grande e dimostrare ancora, con tutta la ferocia regalata ai propri tifosi nel capoluogo toscano quando le cose cominciavano a mettersi davvero male. La fame, di cui aveva già parlato Nicky Hayen alla vigilia della sfida, è subito messa in pratica: è il 20’, capitan Vanaken, liberato dal movimento di Igor Thiago, mette quasi mirando il dischetto una via di mezzo tra un tiro ed un cross – sul pallone s’avventa De Cuyper, che però non la tocca, perché la palla rimbalza davanti a Terracciano e finisce per insaccarsi all’angolino. 1-0, ma è un 3-3 sommato all’andata: parità ristabilita. A quel punto, con un Vincenzo Italiano indemoniato già dai primi minuti di gara, la doccia fredda sembra svegliare la Fiorentina, che avrebbe due occasioni sconvolgenti per ristabilire il vantaggio: prima, con Nico González, che a tu per tu con Mignolet fallisce clamorosamente; poi, un quarto d’ora dopo, con Kouamé, che si coordina perfettamente su una palla complessa che colpisce di mancino in controbalzo e schianta sulla traversa. La fortuna non assiste la Viola, che alla ripresa, dopo un’incursione pericolosa di Skóraś, di traverse ne trova altre due: prima con Biraghi, da punizione diretta; poi con Kouamé, su stacco di testa. Sembra una maledizione e la porta di Mignolet stregata, quando – a 8’ dal novantesimo – Dodô da rimessa laterale serve Nico González, che in mezza rovesciata lancia la palla al centro; sulla faccia di Nzola arriva però il ginocchio di Mechele e allora Umut Meler non ha dubbi: è rigore. Sul dichetto, si presenta prima Nico e poi Beltrán, che s’incarica d’una responsabilità pesantissima. Il tiro è rasoterra incrociato, intuito dal portiere belga che però non arriva: il Vichingo affonda la corazzata fiamminga – non è epica, è un biglietto diretto per Atene.

Le formazioni titolari

Nicky Hayen il guanto di sfida l’aveva già lanciato all’andata, ma adesso ribadisce con fiducia: “Abbiamo fame”. Per mordere la Viola, l’allenatore belga – dovendo tener conto della squalifica di Nwadike per il rosso dell’andata – sceglie, davanti a Mignolet, Sabbe, Ordóñez, Mechele e De Cuyper. La mediana è affidata a Vetlesen e Odoi, mentre il trio offensivo, alle spalle di Thiago, resosi essenziale all’andata, è composto da Skóraś, capitan Vanaken – suo il rigore del primo pareggio – e Jutglà.

Non abbandonare i propri principi” è quel che vuole Vincenzo Italiano, che vuole chiudere la stagione (definitiva) in Viola alzando il trofeo. Così, dovendo rinunciare sia a Sottil che al metronomo Bonaventura, il coach dei toscani sceglie, di fronte a Terracciano, Biraghi e Dodô esterni a sostegno dei centrali Martínez Quarta e Milenković; Mandragora e Arthur sono scelti per gestire la mediana, mentre il comparto offensivo è lasciato nei piedi di Kouamé, Beltrán e Nico González, alle spalle di Belotti.

SOS Fiorentina: il Brugge la pareggia subito

Allo stadio Jan Breydel di Bruges si canta “You’ll Never Walk Alone”, quando le due squadre entrano in campo: non sarà forse Anfield, ma certo il clima emotivo è alle stelle. Un match sentito come una finale, alla volta della finalissima del 29 maggio ad Atene. I primi minuti sono di possesso prevalente della Fiorentina, che però ha bisogno di alzare l’asticella dell’attenzione e compie da subito una serie di errori in disimpegno che riportano il Brugge a tentare affondi in ripartenza. Il clima in campo è già caldo e ne è immagine plastica Vincenzo Italiano, quando, appena al 7’, si lancia in corsa a bordocampo gridando a qualcuno dei suoi (forse Kouame, forse Mandragora), con la foga delle grandi occasioni: “Attacca ‘sto spazio, attacca ‘sto spazio!”. Un primo, ottimo pallone a spaventare l’area toscana è di Jutglà, che si libera di Biraghi e mette al centro un bel cross per Skóraś, che poi commette fallo su Dodô in marcatura. Al 15’, una situazione che la Fiorentina – poco lucida ancora – potrebbe sfruttare senz’altro meglio, ma apre comunque spiragli di possibilismo: Nico González si ritrova in quattro contro due, a maglie molto larghe, con Belotti in prossimità dell’area di Mignolet; i due non s’intendono sul taglio e il Gallo si perde il pallone alle spalle. Poco dopo, a latere d’una buona idea di Odoi alla ricerca di Thiago, la Fiorentina si rifà avanti e stavolta trova il primo tiro del match: è ottima la sponda di Nico per Mandragora, che deve attendere che la palla s’abbassi per colpire al volo – il tiro è forte ma ben alto. Poi, arriva la doccia fredda, al 20’: Thiago s’aggira al limite dell’area viola, poi lascia a Vanaken che mette quasi mirando il dischetto una via di mezzo tra un tiro ed un cross: sul pallone s’avventa De Cuyper che tenta la girata di testa, ma non serve nemmeno che la tocchi, perché la palla rimbalza davanti a Terracciano e finisce per insaccarsi all’angolino – è 1-0 che, in termini assoluti, significa la parità (3-3). Palla al centro.

Passa un giro d’orologio dalla convalida del gol e Nico González è lanciato in assoluta solitudine di fronte a Mignolet: impensabile l’errore dell’attaccante argentino, che quasi appoggia addosso all’estremo difensore belga; sulla ribattuta, Beltrán non centra lo specchio. La Fiorentina pare rianimarsi, dopo il gol subito, e si lancia allora tutta in avanti; non trova soluzioni efficacissime, ma dimostra le fatiche delle retrovie del Club Brugge che può essere ferito. Giusto forse il tempo di pensarlo e la Fiorentina rischia ancora: Igor Thiago manda in bambola Milenković – che però subisce una vistosa trattenuta – e Dodô è costretto a metterci una pezza con un anticipo miracoloso sui piedi di Jutglà. A dieci dal quarantacinquesimo, un uno-due di sponde tra Kouamé e Belotti fa tremare tutto il Breydel: l’attaccante ivoriano si coordina splendidamente e lancia un missile di mancino in controbalzo che si schianta sulla traversa d’un immobile Mignolet – la palla ricade sulla riga e s’allontana.

Al 38’, è invece il Brugge a tastare il terreno: punizione deliziosa di De Cuyper sul secondo palo, carambola su Dodô e Ordóñez se la ritrova addosso senza sapere bene cosa farne: out, ma è tutto assolutamente aperto. Kouamé ci prova ancora, al terzo tentativo, dopo un colpo di testa non riuscito e la clamorosa traversa: stavolta dalla distanza, dopo essersi accentrato, non si guarda attorno a punta Mignolet come fosse una sfida personale – tiro alto, senza brividi. Intanto, poco prima dell’annuncio dell’unico minuto di recupero concesso dal turco Umut Meler, il primo ad iscriversi nel tabellino degli ammoniti è Ordóñez, che tenta di fermare la ripartenza di Belotti a manate in faccia, dopo un recupero eccellente di Martínez Quarta su Igor Thiago.

Il Vichingo prenota Atene

Il secondo tempo si apre con lo spettacolo pirotecnico della curva Blauw en Zwart: uno spettacolo tale che il direttore di gara, a pochi secondi dal primo pallone toccato, è costretto a fischiare per interrompere momentaneamente il gioco, data la scarsissima visibilità in campo. Quando il gioco riprende, sono i neroblù di Bruges a catapultarsi nell’area di Terracciano: Vetlesen regala una palla deliziosa con lo scavino a Skóraś che s’incarta però con De Cuyper e spreca tutto, corner successivo compreso, col disappunto in mondovisione di Arthur. Un giro d’orologio più tardi, al 52’, l’arbitro estra il cartellino anche per Igor Thiago, secondo (stavolta dubbio) ammonito del match per un intervento su Milenković. La Viola si fa avanti ma manca ancora in brillantezza e sbaglia, spesso, gli ultimi, decisivi appoggi: “Non giocare dietro” è invece l’ultima delle grida di Italiano, a due giri d’orologio dal 60’. Un ottimo spunto di Dodô, che si allunga in corsa costruendo un binario interno interessante, viene fermato fallosamente da Vetlesen, che placca l’esterno brasiliano a palla lontana e diventa il terzo ammonito del match; la punizione che ne segue è un tentativo verso Mignolet, totalmente oscurato da barriera e controbarriera ospite, ma il mancino del capitano viola non s’abbassa a sufficienza.

Il Club Brugge è in affanno, perché la Fiorentina inizia a salire di giri e a consolidare il possesso (che è, fin qui, neroblù con un sorprendente 53%): servono meno errori e più serenità. È una bella costruzione quella che porta, al 66’, Biraghi, in insolita posizione a destra, a crossare morbido sulla testa di Belotti – Ordóñez è fondamentale nell’anticipare il Gallo. Hayen è il primo a muovere le pedine, perché sceglie di sostituire Vetlesen per Zinckernagel; Italiano non si fa attendere: fuori Belotti e dentro Nzola, ma anche Duncan al posto di Arthur. A cambi appena fatti, un’incursione di prepotenza di Nico González è fermata fallosamente da Odoi, quarto ammonito di giornata, al limite della lunetta. Sul pallone, ancora capitan Biraghi, stavolta con maggior convinzione: il tiro è preciso e forte, ma si schianta sulla traversa.

La maledizione dei legni non è però solo del capitano: a Kouamé stasera la palla non vuole proprio entrare, perché è ancora suo lo stacco di testa, su bel cross di Nico, a schiantarsi sul palo alla sinistra di Mignolet. La rabbia della Fiorentina adesso è benzina per un assalto necessario: ribattuto Nico, murato Nzola, riapre Kouamé ma s’immolano come sempre Mechele e Ordóñez – l’assedio della Viola è totale. C’è non poco movimento sulla panchina di Italiano, mentre Duncan cerca un cross ampio sul quale deve intervenire in volo Mignolet, che poi è attento quando un flipper porta Nzola pericolosamente di fronte all'estremo difensore belga. Quando mancano 8’ al novantesimo, la potenziale svolta: Dodô da rimessa laterale serve Nico González, che in mezza rovesciata lancia la palla al centro; sulla faccia di Nzola arriva però il ginocchio di Mechele – Umut Meler non ha dubbi: è rigore. Sul dichetto, si presenta Nico, che gli ultimi due rigori li aveva sbagliati; poi, mentre il Var conferma la decisione arbitrale, Beltrán si fa avanti sugli undici metri. Quando lancia il rasoterra sul secondo palo, il Vichingo regala il pareggio, che è un vantaggio (3-4), alla Viola: esplode la curva ospite della spedizione fiorentina, che alza esponenzialmente i decibel.

Hayen allora deve cambiare: dentro Nusa per Odoi e Nielsen per Skóraś. Il Brugge si lancia in avanti e Italiano richiama Ranieri dalla panchina: il difensore venticinquenne subentra proprio a Beltrán. È il novantesimo, ma i minuti di recupero – comprensibilmente – concessi sono ben 7. Qualche rumoreggiamento in scesa quando De Cuyper si lascia cadere addosso a Duncan, ma sopra le voci ed i cori fiamminghi c’è ancora una volta Vincenzo Italiano, quando Umut Meler lascia proseguire il gioco e Nico González ha il pallone per il contropiede: “Andiamo a segnare!”, grida al suo numero 10 l’allenatore della Fiorentina. Al quarto di recupero, un momento di caos a bordocampo e una lite tra Dodô ed Odoi già in panchina porta all’espulsione, per eccesso di reazione e doppio giallo, del trentacinquenne naturalizzato ghanese. La Viola non si riconnette al campo, così Vanaken si trova un’autostrada spianata verso la porta e sgancia un tiro, anche deviato, che pare già gol: Terracciano ci mette le unghie e la devia in corner. Un finale concitatissimo e da brividi e tanto, tanto nervosismo. Scaduti i sette complessivi, il Club Brugge lancia avanti in stile rugbistico – si lotta su ogni pallone. Umut Meler guarda il cronometro e fischia tre volte: è ancora finale europea per la Fiorentina di Vincenzo Italiano, la seconda consecutiva. Il sogno è ad un passo, adesso per davvero.

Il tabellino del match

CLUB BRUGGE (4-2-3-1) – Mignolet; Sabbe, Ordóñez, Mechele, De Cuyper; Vetlesen (70’ Zinckernagel), Odoi (86’ Nusa); Skóraś (86’ Nielsen), Vanaken, Jutglà; Thiago. Allenatore: Nicky Hayen

FIORENTINA (4-2-3-1) – Terracciano; Biraghi, Martínez Quarta, Milenković, Dodô; Mandragora, Arthur (70’ Duncan); Kouamé, Beltrán (90’ Ranieri), Nico González; Belotti (70’ Nzola). Allenatore: Vincenzo Italiano

Marcatori: 20’ Vanaken (C), 83’ rig. Beltrán (F)

Ammoniti: 43’ Ordóñez (C), 52’ Thiago (C), 62’ Vetlesen (C), Odoi (C), 82’ Mechele (C), 89’ Milenković (F), 90’+6’ Nzola (F)

Espulso: 90’+4’ Odoi (C)

Arbitro: Halil Umut Meler (Turchia)

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