Guerra in Ucraina

Caccia russo precipita in Crimea: giallo sulle cause dello schianto

Un Su-35 è caduto in mare al largo di Sebastopoli. Stando a quanto riferito dal governatore della città, il pilota si è paracadutato in tempo ed è stato soccorso. Non sono state rese note le cause dell'incidente

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Nuova perdita per le forze aeree russe. Un jet da combattimento Su-35 si è schiantato in mare al largo della costa di Sebastopoli, nella Crimea occupata. La notizia è stata diffusa dal governatore della città Mikhail Razvozhaev, secondo cui “il pilota è riuscito a paracadutarsi a terra. È stato raggiunto dalle squadre del Servizio di soccorso di Sebastopoli a una distanza di 200 metri dalla riva”.

Il funzionario non ha spiegato le cause dell’incidente. In diversi video comparsi sui social, si vede l’aereo precipitare dal cielo, avvolto dalle fiamme. Considerando la distanza dalla linea del fronte, si può ipotizzare che sia stato colpito per errore dai sistemi di difesa dell’esercito russo o che sia stato un attacco dei partigiani pro-Kiev attivi nella penisola. Potrebbe essersi anche trattato di un guasto, visto che non è stata diffusa alcuna notizia riguardante raid o operazioni delle forze armate ucraine nell’area.

Gli Su-35 sono tra i velivoli da combattimento più moderni a disposizione della Federazione, appartenenti alla generazione 4++ e dal costo di circa 20 milioni di euro l’uno. Il suo design inziale risale agli ultimi anni dell’Unione Sovietica, mente la configurazione più moderna è entrata in fase di sviluppo nel 2003. È stato adottato formalmente dalle forze armate russe nel 2014 e, nel 2020, ve n’erano 98 esemplari in servizio attivo, con altri 30 previsti per lo schieramento tra il 2021 e il 2024. Il caccia multiruolo ha avuto il suo battesimo del fuoco nel corso della partecipazione di Mosca nella guerra civile siriana. Attualmente, viene utilizzato anche dalla Cina e dal Sudan. Entro la fine di marzo 2024, più di 64 esemplari saranno consegnati all’Iran.

La notizia dell’abbattimento dell’Su-35 è arrivata lo stesso giorno in cui Vladimir Putin ha annunciato che le forze di Mosca considereranno come “obiettivi legittimi” i caccia F-16 che l’Occidente invierà a Kiev se “decolleranno dalle basi aeree di Paesi terzi” e se saranno usati contro le truppe russe. La possibilità che le nazioni Nato consentano all’Ucraina di utilizzare i propri aeroporti militari è però decisamente improbabile. Il numero di velivoli fornito dagli alleati al Paese invaso, circa una sessantina in diverse tranche, non sarà comunque sufficiente per ribaltare le sorti della guerra.

I caccia potranno coadiuvare le difese aeree di Kiev nell’intercettazione di missili, permettendo di risparmiare sulle scorte sempre più esigue di munizioni, ma difficilmente riusciranno a contendere alla Russia la supremazia nei cieli.

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