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Emiliano gioca a fare lo sceriffo. "Affrontai i boss"

C'era un nuovo sceriffo in città, era meglio avvertire i cattivi

Emiliano gioca a fare lo sceriffo. "Affrontai i boss"

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C'era un nuovo sceriffo in città, era meglio avvertire i cattivi. Riassumendo e parafrasando, così Michele Emiliano (nella foto) spiega all'Antimafia la tanto discussa visita a casa del boss Capriati col futuro sindaco Antonio De Caro. Rinvio dopo rinvio, ieri il faccia a faccia a San Macuto è andato in scena. Dopo un preambolo per ricordare il suo passaggio in politica dalla magistratura e rivendicare la lotta alla mafia, Emiliano entra nel vivo. Sul tavolo ci sono i sospetti di infiltrazione mafiosa a Bari dopo le inchieste degli ultimi mesi, che hanno portato tra l'altro alle dimissioni del suo assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia (indagata, e suo marito arrestato, per corruzione elettorale), e ai domiciliari per Alfonso Pisicchio, ex assessore all'Urbanistica di Emiliano e commissario dell'Arti.

Emiliano parte dalla questione regina: il racconto sulla visita col sindaco, allora suo assessore, dalla sorella del boss Capriati per «affidarlo» alla donna. Circostanza smentita dallo stesso De Caro. «Potevo spiegarmi meglio», ammette, dicendo di aver voluto l'incontro in quanto, avendo fatto arrestare il boss, sapeva che la sua presenza avrebbe fatto capire alla donna e al clan che «l'aria era cambiata». E la smentita di De Caro? Per Emiliano, può darsi che abbia ragione il sindaco, e che sia lui a confondersi con un altro episodio: sempre De Caro, davanti alla Cattedrale di Bari, gli aveva indicato le persone che lo avevano minacciato, toccandogli la schiena con qualcosa di duro e invitandolo a lasciar perdere la Ztl nella città vecchia. Emiliano affronta il gruppo con piglio da Cavaliere oscuro: «Questo è mio assessore, è come se fossi io, non toccatelo», racconta d'aver detto, spiegando di avergli assicurato «la mia protezione, non quella del boss». Episodi, spiega, mai denunciati perché nel racconto di De Caro «non c'era una notizia di reato decente».

Emiliano nella sua audizione prende anche le distanze dall'attacco a Piantedosi fatto proprio dal palco «pro De Caro» da Don Cassano di Libera, che aveva definito «criminale» il ministro. Il governatore condanna la frase e dice di stimare il titolare del Viminale. Poi glissa su una questione scivolosa: le dimissioni dell'ex assessore Pisicchio avvenute alla vigilia dei suoi domiciliari.

Emiliano, chiede la presidente Chiara Colosimo, sapeva dell'inchiesta? Ha invitato via WhatsApp Pisicchio a dimettersi? E se sì perché non ha denunciato la fuga di notizie? Lui nega, e sui messaggi è acrobatico: «Li ha acquisiti la procura, l'unico che può rispondere sul punto è il procuratore che avete ascoltato ieri». Ossia Roberto Rossi, la cui audizione è stata però segretata.

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