Attualità

Il Papa "conquistador" fa felici i collezionisti. Il francobollo ritirato ora vale duemila euro

Subito "vietato" perché colonialista. Costava solo 3,10 euro, adesso è un business

Il Papa "conquistador" fa felici i collezionisti. Il francobollo ritirato ora vale duemila euro

Ascolta ora: "Il Papa «conquistador» fa felici i collezionisti. Il francobollo ritirato ora vale duemila euro"

Il Papa «conquistador» fa felici i collezionisti. Il francobollo ritirato ora vale duemila euro

00:00 / 00:00
100 %

Un errore di valutazione, un incidente di percorso, o semplicemente una svista. Fatto sta che il francobollo emesso dal Vaticano il 16 maggio 2023 e dedicato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona con la presenza del Papa è diventato un pezzo non solo da collezione, ma anche di grande valore. Il motivo? Il francobollo vaticano, realizzato dal bozzettista Stefano Morri, raffigura Papa Francesco sulla cima del «Monumento alle scoperte» che sorge sulle rive del fiume Tago nel quartiere di Belém, nella capitale portoghese, realizzato nel 1960 a cinquecento anni dalla morte di Enrico il Navigatore per celebrare l'età delle scoperte. Un'illustrazione che ricorda il passato colonialista del Portogallo. Peccato che al centro del disegno fosse raffigurato il Papa nelle vesti di «conquistador».

Già il giorno della presentazione del dentello, ritenuto politicamente scorretto, si sollevò un gran polverone. Dopo appena due giorni il francobollo venne ritirato e solo pochi esemplari vennero quindi messi in circolazione. Ecco che il mercato fa il suo gioco: domanda altissima, poca offerta. Il prezzo vola alle stelle.

«È un episodio che non avviene spesso nella storia della filatelia - racconta a Il Giornale Filippo Bolaffi, amministratore delegato del Gruppo Bolaffi, leader per il collezionismo dal 1890 -. Di solito succedeva in tempi più arcaici, quando c'era meno tecnologia che permetteva di correggere errori in corso d'opera, e soprattutto c'era più tempo tra il momento in cui veniva emesso il francobollo e poi, o per questioni tecniche o politiche, doveva essere ritirato. Un errore del genere non era invece mai avvenuto negli ultimi 50 anni, un evento piuttosto straordinario per la filatelia. Non si tratta, infatti, di un errore di stampa, come a volte può succedere, ma di contenuto». «Sono un aperto critico della cancel culture - prosegue - perché il motto della Bolaffi è questo: Per noi la storia è un oggetto da collezione. Bella o brutta che sia la storia», commenta Bolaffi.

La vicenda, pur con differenze, ricorda quella del cosiddetto «Gronchi Rosa», emesso nel 1961 per commemorare il viaggio dell'allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi in Sudamerica. In una serie di francobolli, venivano disegnati confini errati che escludevano la parte amazzonica che ormai apparteneva al Perù. Una annessione contestata dall'Ecuador.

Per questo il francobollo vaticano è stato dapprima ribattezzato «Nuovo Gronchi Rosa» e successivamente Bolaffi ha coniato l'appellativo di «Errore di gioventù». C'è una grande differenza tra il Gronchi Rosa e il dentello vaticano, perché la diffusione dell'esemplare ritirato nel 2023 è un cinquantesimo più bassa di quella del 1961. «Stimiamo una circolazione di circa 1.300 esemplari - spiega Filippo Bolaffi -. Il prezzo lo decidono la domanda e l'offerta. In questo caso abbiamo un'offerta bassissima e una domanda potenziale molto alta. Abbiamo in circolazione circa 80mila Gronchi Rosa, e oggi il prezzo di vendita è intorno agli 800 euro. Per contro, stimiamo circa 1.300 pezzi di Errore di Gioventù e il prezzo attuale di vendita è di circa 1.500 euro. Ma sono sicuro che il valore crescerà e prevedo un prezzo di mercato che potrà superare i 2mila euro nei prossimi tre anni».

Insomma, «commercialmente è un prodotto molto interessante e dimostra che la filatelia riserva

ancora delle belle sorprese». Chi quel 16 maggio 2023 si trovava in Vaticano e ha acquistato, pur inconsapevolmente, il francobollo dal valore nominale di 3,10 euro può ora dirsi fortunato. Tra le mani ha un pezzo da Novanta.

Commenti