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Il Giro va al contrario: velocisti in fuga, volata per i big

Ieri gli sprinter protagonisti con attacchi da lontano, mentre gli uomini di classifica vanno a caccia di secondi preziosi

Il Giro va al contrario: velocisti in fuga, volata per i big

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È un Giro al contrario, ma qui il generale Vannacci non c'entra assolutamente, anche perché il Giro ha un direttore e si chiama Mauro Vegni. È un Giro che sovverte ogni regola prestabilita, anche i più banali canoni del buon ciclista. Gli uomini di classifica si applicano nelle tappe a cronometro o di montagna e i velocisti pensano alle volate. Bene, ieri ogni scritto è stato gettato alle ortiche.

È un Giro al contrario, dove i velocisti vanno in fuga e gli uomini di classifica decidono di far saltare il banco a quattro chilometri dal traguardo. Jonathan Milan il nostro uomo jet va via con altri ventitrè temerari dopo un traguardo volante a Masio, a 87 chilometri dal traguardo e rimane in avanscoperta fino a 42 chilometri dal traguardo di Fossano, quando il gruppo torna compatto. A quattro chilometri ecco l'allungo di Honoré, al quale risponde immediatamente la maglia rosa che si porta dietro Geraint Thomas. Honoré si stacca, i due procedono a tutta, soprattutto Pogacar, che corre come se non ci fosse un domani.

Adrenalina a mille, finale al cardiopalmo, nel quale vengono messi a dura prova i team dei velocisti che devono sputare l'anima per riacciuffare a poche centinaia di metri dal traguardo i due temerari: il primo e il secondo della classifica generale, mica cotiche. Alla fine vince un uomo-jet, il belga Tim Merlier, bruciando di pochi centimetri il nostro Jonathan Milan, rimasto troppo presto solo e allo scoperto. «Volevo prendere una buona posizione per evitare rischi spiega alla fine Pogacar -, in cima allo strappo si è creato un buco e siamo andati: purtroppo alla fine con Thomas non c'è stata più collaborazione».

Anche se in questo Giro al contrario c'è un prima, un traguardo intermedio a 21 chilometri da Fossano. Lo sloveno forse annoiato per una giornata in bici ad andatura cicloturistica, vede agitarsi le maglie dell'Ineos e lui si butta nella mischia andando a giocarsi l'abbuono e guadagnando un secondo proprio su Thomas. «Strada facendo potrebbe tornare utile», sorride il fenomeno sloveno. E a chi gli chiede se un Giro corso in questo modo non sia troppo dispendioso, lui replica con il suo sorriso da ragazzino impertinente: «Lo diventerebbe se dovessi spendere degli euro, ma finora non ne ho tirati fuori».

Tutto chiaro in questo Giro al contrario, anche se non mancano i dissidenti, come l'oro di Atene Paolo Bettini, oggi al Giro come testimonial di Banca Mediolanum: «Tadej è un fuoriclasse assoluto, su questo non si discute, ma oggi (ieri per chi legge, ndr) secondo me ha mancato di rispetto: certe cose non si fanno».

Il dibattito è aperto: noi con Taddeo.

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