Calcio

L'agenzia del Governo ricompatta (forse) il calcio

Figc e le Leghe fanno fronte comune insieme al basket. Ma la serie A ribadisce la richiesta di autonomia

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Una lunga giornata fatta di vertici, ma anche di disponibilità al dialogo. Alla fine, sul tema dell'agenzia governativa che dovrà controllare la situazione finanziaria dei club calcistici, si terrà un incontro tra le parti: lo ha richiesto la Federcalcio, il ministro dello sport Abodi si è detto disponibile come aveva fatto qualche ora prima con il basket, l'altra federazione coinvolta (ieri l'incontro tra i presidenti di Federazione e Lega di A Petrucci e Gandini) dal ribaltone previsto nella bozza del decreto che lunedì prossimo andrà all'esame del Consiglio dei Ministri e che ha deciso di fare quadrato con i «colleghi» sul no al decreto. Quarantotto, forse 72 ore è il tempo massimo nel quale programmare il confronto che partorirà probabilmente la posizione finale di tutte le parti in causa. Al quale, cosi vogliono Figc e Federbasket, dovrà partecipare anche il numero uno del Coni Malagò. C'è in ballo l'autonomia dello sport che non può essere messa in discussione e non si può pensare di discuterne senza avere al tavolo chi lo sport lo presiede.

La situazione resta dunque in stand by. Abodi ha parlato di possibili correttivi alla bozza che ancora però non si sono visti (o almeno non hanno visto le parti direttamente interessate); Gravina da Firenze ha difeso le sue scelte di novembre sulla Covisoc, l'attuale organo federale di controllo sui conti che sarebbe di fatto sostituito dalla riforma («sono ottimi professionisti»), la Lega di A si è mostrata compatta sul no - nonostante due dirigenti, Lotito e Galliani, siano anche senatori di Forza Italia e quindi appartenenti allo schieramento di governo, e un altro, Zangrillo, sia il fratello di un ministro dell'attuale esecutivo - chiudendo la nota ricordando la sua battaglia principale legata all'autonomia della Figc; nella riunione in Federcalcio è arrivata l'unanime contrarietà delle varie componenti al progetto di istruzione di quest'agenzia per la vigilianza economia e finanziaria dei club, evidenziando le diverse criticità formali e sostanziali del progetto.

Insomma una lunga giornata nella quale anche i telefoni saranno stati bollenti, come da giorni ormai, ma che di fatto non ha spostato di una virgola la situazione. Al netto dei battibecchi a distanza sui tempi, la forma e i modi, resta viva la speranza espressa dal presidente del Coni sul fatto che «c'è sempre la possibilità di rimediare». Anche se il ministro Abodi è stato già abbastanza chiaro: «Il testo è soggetto a ulteriori verifiche, ma non può essere stravolto, sarà integrato e arricchito di contenuti». Le Federazioni e Malagò vogliono assolutamente evitare l'«intromissione» dell'esecutivo dopo essere rimasti stupiti per essere stati tenuti all'oscuro di questo provvedimento. Sullo sfondo ci sono Uefa e Fifa che avranno drizzato le orecchie (e forse anche già dato un'occhiata la bozza del decreto...). Anche se detta del presidente della Lega di A «il tema non è stato trattato».

Sui possibili correttivi di cui parla lo stesso Abodi, è il numero uno della Lega di B Balata a chiarire: «Dobbiamo collaborare con le istituzioni dello Stato per migliorare alcune cose. Abbiamo depositato un documento approvato all'unanimità dove chiediamo di portare avanti alcune istanze nell'interesse del sistema calcistico nazionale assieme alla difesa dell'economia dei campionati nazionali».

E sono queste rivendicazioni che il calcio faceva ieri che potrebbero diventare la pedina di scambio domani, pur salvaguardando l'autonomia che per tutti, anche se off records, resta quella dicitura «il parere dell'agenzia è vincolante» da eliminare.

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