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Il ribaltone

Un tempo l'Atalanta era il "serbatoio" della Juve. Ora il sorpasso: la Dea non ha sbagliato una mossa

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Ribaltamento dei ruoli. Perché è vero che la Juventus è ancora davanti all'Atalanta nella classifica del campionato, ma lo è anche il fatto che nella finale di Coppa Italia - in programma domani all'Olimpico romano saranno i nerazzurri a partire favoriti. Perché appaiono in clamorosa salute fisica e psicologica, perché nel frattempo hanno anche raggiunto la finale di Europa League e perché giocano un calcio che i bianconeri al momento si sognano. Duello particolare ma affascinante: la Juve avrà dalla sua il blasone, l'Atalanta la freschezza di una realtà che non vede l'ora di alzare un trofeo e che nel corso degli ultimi anni non ha sbagliato una mossa. C'è di più: se a Gasperini (sotto contratto fino al 2025) non verrà voglia di emigrare altrove, la Dea ha già le idee chiarissime anche su come affrontare la prossima stagione. Mentre la Juve, ormai certa di salutare Allegri, non ha ancora messo le mani al 100% su Thiago Motta e sarà inevitabilmente chiamata a un mercato rivoluzionario: Giuntoli non si annoierà di sicuro nelle prossime settimane, già sapendo peraltro di non poter scialacquare milioni.

Insomma: l'Atalanta sta meglio sotto tutti i punti di vista, potendo guardare la Juve quasi dall'alto in basso forse per la prima volta in tanti anni, durante i quali la società bianconera pareva inavvicinabile sotto tutti i punti di vista. Poi, appunto, le distanze si sono ridotte: di qua una società che ha saputo investire con giudizio, di là una che ha intrapreso strade pericolose (Cristiano Ronaldo e tanti giocatori inutilmente strapagati) che non hanno portato a niente. E così, dopo essere stata spesso il serbatoio della Signora, la Dea è cresciuta ed è diventata grande quasi a dispetto del mezzo sberleffo che le aveva indirizzato pochi anni fa Andrea Agnelli: «Ho grande rispetto per loro, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva hanno avuto accesso diretto alla massima competizione europea per club. È giusto o no?». La risposta appare scontata e comunque la Juve ha continuato a pescare da quelle parti (l'ultimo è stato Kulusevski: 35 milioni che non hanno reso per quanto sperato) e magari lo farà ancora (Koopmeiners è l'indiziato numero uno). Nel frattempo, la società di Percassi si è però messa nella condizione di fare il prezzo dei propri gioielli comprandone poi di altrettanto validi senza strapagarli.

Esempio classico, De Ketelaere: riscattabile dal prestito del Milan a 22 milioni, cifra abbordabile visto il rendimento del giocatore. Di un anno più giovane di Vlahovic, costato 80 milioni e con uno stipendio che la Juve vorrebbe adesso spalmare oltre la scadenza di giugno 2026.

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