Dopo larresto si era sciolto in lacrime, aveva urlato il suo pentimento e invocato il «carcere per sempre», per redimersi. Ma intanto il tempo è passato, e la polvere si è posata sul mea culpa di Friedrich Vernarelli, così come sul ricordo delle due turiste irlandesi che ha falciato e ucciso sfrecciando ubriaco sul lungotevere, in pieno centro di Roma.
Vernarelli, che era fuggito ma è stato poi individuato, è tuttora in cella, ma la sua determinazione a restarci a lungo sembra mutata. Almeno a giudicare dalle mosse del suo avvocato. Che ha già ottenuto di far mettere agli atti una perizia secondo cui il suo assistito andava a 85 km allora, e non 120 come si era detto inizialmente. Anche la dinamica è stata rimessa in discussione, visto che il legale ha chiesto di stabilire con unaltra perizia se siano state le due ragazze a passare con il rosso.
La linea difensiva si fa chiara: era il giorno di San Patrizio e certamente le due irlandesi avevano festeggiato. Magari hanno attraversato nel momento sbagliato. Una disgrazia insomma.
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