Agli anziani la casa sequestrata alla mafia

Fino a poco tempo fa ci abitava una cosca mafiosa. Da settembre, lo spazioso appartamento di viale Jenner (167 metri quadri con camino, vasca idromassaggio, veranda d’inverno e terrazza verde) aprirà le porte a cinque anziane. Una comunità-alloggio gestita direttamente dal Comune, «la prima in un immobile confiscato alla criminalità organizzata», spiega l’assessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli. Presto ne aprirà un’altra in via Mosè Bianchi, ma questa volta in collaborazione con una onlus. Sono già salti a 72 in poco più di un anno i beni sottratti alla ’ndrangheta che il Comune ha potuto destinare (come aveva promesso il sindaco) a scopi sociali. Tre i bandi con cui li ha assegnati a enti o cooperative sociali, l’ultimo lo scorso maggio, per 14 immobili.
Qualche esempio? C’è l’alloggio dove fino a poco tempo fa le cosche mafiose gestivano affari sporchi e che d’ora in avanti ospiterà vittime di violenza, in via Lanfranco della Pila.

La Comunità San Patrignano ha ottenuto uno spazio in via Del Mare 267 per il recupero dei tossicodipendenti. In via Paisiello 5 ci sarà un laboratorio per prevenire il tifo violento allo stadio, mentre l’associazione Erika accoglierà in via Martirano giovani che soffrono di disturbi alimentari.

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