Maria Rosa Quario
Sarà Carolina Kostner la portabandiera dellItalia ai Giochi di Torino. Il primo pensiero istintivo alla notizia è stato «no, non è possibile, perché?». Non cè un perché, anzi cè. Ma solo per gli uomini del Coni che lhanno scelta e per lo staff della pattinatrice, bravissimo a convincere chi di dovere che la gioventù e la bellezza e il futuro di Carolina potevano pesare più di tutte le cose che fino a ieri si pensava contassero nella scelta di un portabandiera olimpico.
Nulla contro Carolina, bravissima e serissima atleta che a Torino potrà vincere una medaglia in una delle gare più affascinanti del programma. Ma i contro sembrano tanti rispetto ai pro di questa scelta che ha suscitato grandi entusiasmi ma anche musi lunghi, a cominciare da quelli della federazione sport invernali. Nessun comunicato, ma un significativo «il silenzio a volte può parlare meglio di mille parole» che la dice lunga sullumore di chi aveva candidato atleti esperti, pluridecorati e carismatici.
Stavolta però non contavano le medaglie. Contava letà, ad esempio, ma al contrario rispetto al solito, perché anziché premiare un atleta a fine carriera, il Coni ha preferito affidare il tricolore a Carolina, che non ha mai partecipato a unolimpiade (e per forza, compirà 19 anni l8 febbraio), che non ha ancora vinto nulla, che dalla sua ha però grazia ed eleganza e farà senzaltro fare una bellissima figura alla nostra sfilata.
I contro dicevamo. Ce ne sono diversi. Carolina Kostner è lunica fra gli atleti italiani che parteciperanno allolimpiade di Torino che non vive e non si allena in Italia. Da molti anni risiede a Oberstdorf, in Germania, dove ha trovato le condizioni ideali per studiare e allenarsi, quelle che lItalia non poteva offrirle. Sua cugina Isolde è lunica atleta con la quale Carolina ha rapporti stretti allinterno del gruppo Italia. Come si sentiranno rappresentati i vari fondisti, sciatori, saltatori, bobbisti e slittinisti da una ragazza che hanno visto, forse, in televisione? Per la terza volta consecutiva sarà unatleta altoatesina a portare il tricolore.
«Avremo una portabandiera mascotte» ha detto Barbara Fusar Poli, contenta «perché almeno per una volta hanno scelto un atleta della federazione del ghiaccio e non come sempre uno sciatore». Secondo la pattinatrice milanese, che aveva a sua volta sperato di essere scelta assieme al compagno Margaglio, «lassenza della Belmondo ha fatto optare per la freschezza e la gioventù». «Se il criterio di scelta era la bellezza, allora perché non far sfilare una velina?».
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