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Il camion bomba uccise 19 italiani

È il 12 novembre 2003 il “giorno nero” per la missione italiana in Irak. In un attacco alla base Maestrale a Nassirya, muoiono 19 italiani (12 carabinieri, 5 soldati e due civili). La missione militare è iniziata pochi mesi prima, a giugno. A provocare la strage, un camion bomba lanciato a tutta velocità contro la palazzina di tre piani che ospita i carabinieri della Msu. Il camion forza il posto di blocco all’entrata della base: gli occupanti sparano contro i militari di guardia, che rispondono al fuoco senza però riuscire a fermare il mezzo. Si è parlato di quattro kamikaze e di 150-300 chili di esplosivo usati nell’azione. L’esplosione sventra gran parte dell’edificio e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. In fiamme anche il deposito delle munizioni.

Sotto le macerie rimangono 12 carabinieri (Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana, Andrea Filippa); cinque uomini dell’Esercito (Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci); due civili, Stefano Rolla e Marco Beci.

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