«Caro Trevis, lei è l’hezbollah del calcio»

Spettabile redazione genovese del Giornale, la lettera del signor Trevis - a commento del danneggiamento della targa dedicata a Paolo Mantovani - apparsa su queste pagine mi ha spinto a scrivere. Innanzitutto per manifestare il mio stupore: pensavo che la perfetta chiusa finale di un simile scritto, redatto in uno stile da «hezbollah» del tifo, fosse l'invito ai responsabili del gesto a presentarsi, pena la fucilazione di dieci genoani, ma invece, chissà perchè, l'avviso mancava...


E poi per dire al signor Trevis di rilassarsi, di levarsi la sciarpa dagli occhi e di cominciare a notare che a fianco di idioti che compiono questi gesti ci sono moltissimi sostenitori rossoblù dispostissimi a riconoscere ogni merito alla Sampdoria, a rispettare la sua storia e gli uomini che al meglio l'hanno incarnata. I toni da lui adottati rimandano tragicamente ad altre più tristi realtà, portate ogni giorno nelle nostre case da giornali e telegiornali, e non nello spazio riservato al calcio. Cordialmente

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