RomaOre 16.47, il cellulare squilla a vuoto. Due minuti dopo, lutente contattato richiama inconsapevolmente (è ovvio) il cronista.
Pronto?
«Sono Bruno Tucci».
Buonasera presidente, scusi il disturbo, sono del Giornale, la chiamo sempre per il caso DAlema-Sallusti a Ballarò...
«Avete chiuso il registratore usato nei giorni scorsi?».
(Senso della domanda legittimo, visto che da settantadue ore riportiamo il virgolettato del numero uno dellOrdine dei giornalisti del Lazio. Pure stavolta, però, niente risposte. Ma un chiarimento, molto cortese nei toni).
«Voi insistete, ma io non posso parlare. Sono un giudice e come tale non dico nulla».
(Giudice, pare di capire, nel senso che sarà chiamato a decidere su eventuali sanzioni per il noto «vada a farsi fottere» rivolto dallex premier, giornalista iscritto allOrdine dal 91, al condirettore del Giornale).
«Il vostro giornale ha sempre detto queste cose e quindi lo seguo».
(Come dire, un magistrato non spifferi anticipazioni sulle sue indagini).
«Arrivederci».
Magari a risentirla.
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