Il caso Cade in bici, niente soccorsi: «Siamo in ritardo». Lui muore

DE CORATO «Bisogna rendere più sicure le zone frequentate da personaggi equivoci»

(...) ad accertare se un soccorso tempestivo lo avrebbe salvato.
Secondo quanto riferito dalla stessa vittima ai familiari, stava pedalando lungo una pista ciclabile del parco parallela a via Clerici, quando all’improvviso, da dietro alcuni cespugli, sono sbucati due ciclisti. È caduto a terra per non investirli, fratturandosi il bacino. I due, un uomo e una donna, si sono fermati a qualche metro di distanza, poi l’uomo è tornato indietro e gli ha chiesto: «Si è fatto male?». E Pepoli: «Sì, non riesco più a muovermi, mi chiami un’ambulanza». Il ciclista ha pedalato verso la compagna, poi è tornato indietro dicendo: «Guardi, il cellulare di mia moglie è scarico». Al che Pepoli gli ha replicato: «Io ho il mio nel marsupio, se me lo prende ci penso io». Ma l’uomo gli ha risposto: «Mi dispiace, dobbiamo andare perché sono in ritardo per il lavoro.

Se tornando indietro incrociamo un guardia parco lo avvisiamo». Pepoli è dunque rimasto solo in mezzo al Parco Nord con il bacino fratturato. Alla fine è riuscito a chiamare i soccorsi e poi ha telefonato alla moglie. Dieci giorni dopo, però, è morto.

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