Da cassetta a cuffia: l'ultimo walkman vuole suonare ancora

«Mi scusi, posso farle una domanda?». «Ma prego, visto che siamo qui». «Ecco, volevo sapere: lei per caso...?». Sì, per caso era proprio così, e quando Veronica ha fatto la domanda, un moto di sopresa è stato inevitabile. Perché Veronica lavora in una spa che si chiama Vair, ovvero «vero» in dialetto pugliese, ovvero un posto dentro il villaggio di Borgo Egnazia dove si va per riposare mente e corpo. E in quei 80 minuti passati a fare un trattamento relax, Veronica aveva parlato solo un paio di volte, sottovoce, per rispettare la finalità di quel momento. Cioè essere lì per buttare alle spalle stress e incavolature quotidiane. Insomma: non c'era ragione per cui lei sapesse, se non che il soggetto sotto le sue mani fose teso - come si dice in questi casi - come una corda di violino.

E invece, ecco alla fine la domanda, come se nelle sue mani ci fosse davvero un fluido magico capace di interecettare gli affanni di tutti. E probabilmente c'è davvero, perché Veronica appunto, alla fine di tutto , aveva proprio indovinato. Sì, «per caso», le cose stavano proprio così. Per caso. O forse no.

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