Tra castelli e abbazie nel regno della «comitissa»

Secondo un romanzo poetico e malinconico, Matilde fece innamorare di sé quel «principe scalzo» che di giorno se ne stava inginocchiato nella neve di Canossa e la notte lei accoglieva nelle stanze della sua rocca, mentre Gregorio VII dormiva, fiero di aver piegato l’imperatore Enrico IV. Era il 1999 e il libro di Laura Mancinelli, Il principe scalzo era solo l’ultima rilettura del mito di Matilde. Oggi Canossa e quelle notti tornano anche a Reggio Emilia con tre esposizioni in altrettante sedi: Palazzo Magnani, Museo Diocesano e Museo Campani di Canossa, tappe della mostra, curata da Arturo Calzona «Matilde e il tesoro dei Canossa, tra castelli e città». Incentrato sull’episodio più famoso della biografia della contessa, il percorso muove dal castello lungo la via Bibulca, fino al monastero di Frassinoro e San Pellegrino in Alpe.

Ripercorrendo la costruzione di castelli e la fondazione di abbazie abbarbicate sugli Appennini, 215 opere, fra grandi fregi, corredi funerari, reliquiari e testimonianze architettoniche illustrano l’alleanza dei Canossa con la Chiesa. \LuGa\]

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