CHI ÈDagli esordi nella bottega del Moretto ai quadri incensati dal cardinal Borromeo

Giovan Battista Moroni (Albino, 1522 – 5 febbraio 1578/1579), formatosi presso il Moretto, da cui riprende l'intonazione severamente devozionale nei dipinti di soggetto religioso, è famoso soprattutto per la sua attività di ritrattista, con dipinti che possono essere definiti «ritratti in azione», presentando personaggi nell'attimo in cui stanno compiendo un gesto, in modo da evitare l'arida fissità del ritratto ufficiale. Già Carlo Ridolfi, ne «Le maraviglie dell'arte», del 1648, definiva «eccellenti» e «naturali» i personaggi ritratti dal Moroni. L'artista è operoso a Bergamo per tutti gli anni Cinquanta, che segnano la maggior fortuna dell' artista. Dagli anni Sessanta la fortuna del Moroni declina di colpo.

Ma ottiene un'improvvisa rivalutazione nei primi Settanta, grazie al ritorno, da cardinale, del suo vecchio mecenate Gian Gerolamo Albani. Negli Atti della visita pastorale del cardinale Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575, è attestato l'apprezzamento delle sue tele da parte del più influente propagandista della Controriforma.

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