Il comitato che boicotta la Coca Cola: boicottati perché stiamo coi valligiani

Roma. La Tav come la Coca Cola. Questo almeno pensano i responsabili della Reboc, la Rete di boicottaggio della Coca Cola che hanno denunciato un «clima di repressione in tutta Italia» dopo che ieri le forze dell'ordine hanno vietato il presidio indetto a piazza Venezia dalla stessa Reboc in solidarietà con i Comitati no Tav. Il presidio, prova a spiegare Reboc, «era stato autorizzato dal Comune di Roma e vietato dalla questura ma non appena i manifestanti hanno montato il gazebo ed esposto gli striscioni, le forze dell'ordine sono intervenute in massa, intimando di sciogliere il presidio e creando un clima esageratamente teso».

Nonostante una trattativa durata più di un'ora, spiega la Rete, «condotta da esponenti degli enti locali e deputati direttamente con la questura, il presidio è stato sgomberato da polizia, Guardia di finanza e carabinieri, che hanno identificato i presenti e vietato anche qualsiasi volantinaggio nelle aree adiacenti al percorso della fiaccola, con un atteggiamento in perfetta linea con quanto avvenuto negli ultimi giorni in Val di Susa».

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